giovedì 26 novembre 2009

1926. Canaro in Italia

testo di Massimo Di Marco

Francisco Canaro nell'agosto del 1926 si trovava in Francia con la sua orchestra. Alla fine del mese scadevano anche tutti i suoi contratti e così pensò di venire in Italia con la moglie per incontrare sua nonna e per vedere finalmente il paese dei suoi genitori. Un piccolo paese sul Po, in provincia di Rovigo, che, combinazione, si chiama Canaro e che a quell'epoca aveva 564 abitanti, specializzati nella coltivazione delle barbabietole. Don Francisco pensò che, una volta sul posto, sarebbe stato complicato ricordare il suo cognome. Pensò: " Tutti diranno che sono il padrone del paese, devo convincerli che il mio cognome non c'entra, è un puro caso".

A Parigi acquistò presso l'agenzia Supervielle un viaggio (in treno) organizzato che durava 90 giorni e che gli permetteva di staccarsi dal gruppo per procedere da solo ovunque volesse. Prima tappa a Torino. La città gli piace così così. Ne apprezza l'austerità architettonica ma la giudica poco fantasiosa. E' impressionato dalla laboriosità dei torinesi e dall'imponenza della Fiat che a quell'epoca aveva 30 mila dipendenti. Genova, seconda tappa, lo conquista. Dice che è una città pittoresca, allegra e simpatica. Lo seducono i carrugi della città vecchia con il cielo zeppo di lunghe corde alle quali sono appesi a seccare frutta e ortaggi. E' colpito dalle opere d'arte schierate nel Cimitero di Stallieno e al ristorante la pasta al pesto e la zuppa di pesce lo affascinano. Il viaggio di Francisco Canaro prosegue per Roma.

Ha poi ricordato:" Ho cominciato a girarla con una curiosità inquieta, forse a causa della sua grandezza storica. Roma mi ha messo soggezione, mi ha emozionato tanto". Si era procurato un "cicerone" per non perdere tempo, visto che non avrebbe potuto fermarsi più di una settimana. Ed anche per poter arrivare alla presenza del Papa Pio XI, cosa che avvenne. Canaro ha raccontato: " Ero così emozionato che tremavo e non riuscivo a fermarmi. Mi sono poi accorto di tremare anche quando ho visto in una cappella un Cristo di Michelangelo con una ferita prodotta dai baci di milioni di visitatori e quando ho visto l'impronta dei piedi di San Pietro in un pezzo di lava vulcanica".

Da Roma a Napoli. "Credevo che niente potese attenuare in me le emozioni di Roma. Invece Napoli mi ha stregato con il suo Vesuvio fumante, la gente così vera e simpatica, il clima soave, la tarantella travolgente". Erano i giorni della Festa di Piedigrotta, definiti da Canaro "assolutamente incantevoli". Un salto a Capri ed alla Grotta Azzurra e poi, il 19 settembre, di corsa a Napoli per la Festa di San Gennaro."Qualcosa che non si può dimenticare". E' arrivato il momento di incontrare la nonna, la meta è un villaggio del Salernitano. Il treno si ferma a Vallo e per raggiungere Catello Vallo non c'è che la "Posta", una polverosa diligenza che trasporta lettere e passeggeri. A Catello Vallo inizia la ricerca di qualcosa per continuare il viaggio. Sono fortunati perchè trovano un calesse. E' veramente piccolo, due persone ci stanno con fatica ed una delle due non è perfettamente seduta, ma piuttosto che proseguire a piedi la soluzione appare splendida. Finalmente i Canaro arrivano a Ceraso, mille anime. Due sono di famiglia: della nonna di 88 anni e della sorellina di 86. Dopo un giorno di ricordi la nonna dice che vorrebbe andare a Buenos Aires a trovare la mamma di Don Francisco. Insiste molto. " Sai che sorpresona sarebbe per lei ? ". Ma al momento la cosa non si può fare. Avverrà più tardi e dopo la morte della sorellina.

La nonna arriverà a Buenos Aires con un tipo del paese che sa un po' di spagnolo. Tutte le spese saranno a carico di Don Francisco. A questo punto inizia il viaggio di ritorno. I Canaro giungono a Firenze, guardano tutto e poi proseguono per Pisa. La Torre Inclinada incuriosisce Don Francisco, sale e scende tre volte "con l'impressione di vedere qualcosa di magico". Un'altra magìa la scopre in un cappella con un'acustica molto particolare. Canaro canta "Do-Mi-Sol-Do" e dopo alcuni secondi si ascolta un'eco stranissima, è come se ogni nota venisse ripetuta da quattro voci. Gli dicono che sovente la cappella è stata visitata da Caruso che si divertiva a cantare qualcosa per riascoltarsi. Don Francisco lo aveva conosciuto a Buenos Aires."Se avesse cantato il tango sarebbe diventato la voce della città...". Un giorno a Montecatini, un giorno a Bologna e poi il treno per Venezia. Don Francisco ha la sensazione di essere penetrato in una cartolina illustrata. Cerca di vedere più cose possibili ed ognuna, a partire dalle gondole, lo impressiona. La successiva tappa a Milano lo restituisce alla realtà. La chiama "Piccola Parigi" e visita la città in lungo e in largo, prima il centro, poi la città vecchia dove scopre un ristorantino che lo attrae.

Entra, si siede ad un tavolo ed al giovane cameriere ordina ridendo:
- Camariere, como me trovo a Milano voglio mangiare una bella milanesa autentica... Dopo un po' di minuti il cameriere torna al tavolo con le cotolette sul piatto.
- Maestro Canaro, ecco la milanesa!
Don Francisco è stupito. Mentre cerca di capire come sia stato riconosciuto la figlia del proprietario, una ragazza che assomiglia a Gina Lollobrigida, gli allunga foglio e matita per avere l'autografo. Poi viene a galla un piccolo retroscena. Il cameriere aveva lavorato a Parigi in un locale dove Francisco Canaro era una celebrità. Lo invita al tavolo ma il ragazzo non può. Si limita a rimanere li accanto in piedi per qualche minuto. Gli dice:
- Maestro, la sua musica è bellissima, è commovente.
Don Francisco si alza dalla sedia, lo abbraccia. La gente seduta ai tavoli guarda quella scena con sorpresa. Qualcuno dice:
- Dev'essere suo papà.

lunedì 23 novembre 2009

venerdì 20 novembre 2009

Ada Falcon: storia di una pistola, una parrucca, un diario scomparso

testo di Massimo Di Marco

Aveva due sorelline più grandi, Amanda e Adhelma. Tutte e tre avevano un destino comune, il canto nello scenario un po' magico del tango che attorno al 1925 era grande quanto l'intera Buenos Aires. Ada Elsa Aìda è nata il 17 agosto del 1905 nel cuore della città, un nome che iniziasse con la lettera " A" è stato un tributo dovuto ad un tipo di madre che mescolava capricci all'istinto di farsi notare in prima persona e attraverso le figlie.

Amanda canticchiava ma era un po' stonata, Adhelma aveva una bella voce con la quale è arrivata ad incidere tre dischi, Ada aveva una voce incantevole e due grandi occhi verdi che sono stati la felicità e l'infelicità della sua vita sentimentale. La famiglia Falcòn era ben messa economicamente, bella casa arredata con cura, abiti eleganti. Del Señor Falcon non si hanno notizie, è come se non fosse mai esistito. Però si sa qualcosa del padre di Ada, un certo Miguel Nazar Anchorena che aveva avuto per "Mamita" una passione folle quanto, non per sua colpa, brevissima. "Mamita" infatti era incinta quando Don Miguel è partito per Parigi dove è morto qualche settimana dopo di cancro. Per l'educazione al canto delle figlie la madre aveva investito una cifra considerevole.

Ada non l'ha fatta aspettare troppo, a cinque anni ha debuttato davanti al pubblico della Sociedad de San Vicente de Paul come "La Joyita Argentina", ad undici ha tenuto uno spettacolo di canzonette al Teatro Apolo, a quattordici è l'interprete di un famoso film muto, "El festin de los Caranchos", a venti inizia la sua carriera di cantante mezzosoprano unendosi a quel gruppo di interpreti un po' mitiche che la storia del tango non può davvero dimenticare: Azucena Maizani, Rosita Quiroga, Mercedes Simone, Tita Merello, Sofia Bozàn, Libertad Lamarque.

Alla voce intensa e suggestiva Ada Falcòn aggiunge bellezza e qualità recitative che suscitano l'ammirazione degli impresari. Nel 1925, il 15 luglio, incide per la RCA Victor due tanghi, "Oro y seda" e "Pobre chica". L'orchestra è di Osvaldo Fresedo. E' il debutto. Subito dopo passa alla Odeon ed all'orchestra di Francisco Canaro. Sovente canta con Ignazio Corsini, quando è sola le piace che al pianoforte vi sia Enrique Delfino ed alla chitarra Manuel Parada. Molto amica di Carlitos Gardel e di Enrique Santos Discepolo, viene proiettata nel mondo del teatro, incide centinaia di dischi, diventa l'Emperatriz del Tango e sua madre che fino a questo punto ha pilotato la sua vita artistica, si rende conto improvvisamente che non conta più di una ciabatta.


Ada si sente una diva di Hollywood, acquista un palazzetto a tre piani nella zona più aristocratica di Buenos Aires, ostenta pellicce, gioielli costosissimi, come un anello di brillanti donatole dal marajà di Kapurtala. Possiede una lunga decapotabile rossa che guida un autista in livrea. Ma spesso vuole rimanere sola anche al volante oltre che in una società che l'adora e la corteggia, invaghita di quest'artista così vanitosa, qualche volta anche eccentrica, non di rado arrogante. Verso la fine della carriera lavora per Radio El Mundo ma rifiuta la sala principale, sceglie una sala più piccola.

Sulla porta vuole una "F", così come sua madre aveva voluto tre "A", si chiamerà Sala Falcòn e non ci sarà il pubblico. La sua attività di cantante è frenetica, non riesce ad alternarla a quella cinematografica dove le proposte sono numerose. Soltanto nel 1934 deciderà di entrare nel cast di "Idolos de radio" assieme a Ignacio Corsini, Olinda Bozán, Dora David, Tita Merello. La regia è di Eduardo Morera ed il successo del film è clamoroso. Nel frattempo ha inciso centinaia di dischi e continua ad inciderne. Impossibile elencare tutti i tanghi che ha cantato, si possono ricordare "Caminito", "Mi noche triste","Cambalache", il vals "Corazon de oro" e un altro vals che le ha dedicato Francisco Canaro, " Yo non sé qué me han hecho tus ojos": in questo titolo c'è l'amore che il grande musicista ha avuto per Ada Falcón, ma un amore ben diverso da quello che la cantante ha avuto per lui, vero fino alla follia, sincero, esclusivo, insospettabilmente drammatico. La prima volta che si sono incontrati Ada aveva circa vent'anni, Francisco Canaro era prossimo ai quaranta ed aveva già sposato "la Francese".

Probabilmente Ada aveva ventiquattro anni quando ha cominciato a frequentare Francisco Canaro e la loro storia, tra il 1929 e il 1938, è stata felice. Ha cominciato a precipitare subito dopo, quando Ada gli ha chiesto di divorziare. Pare che il musicista fosse d'accordo ma ha voluto consultare il suo avvocato sull'argomento soldi. Cosa sarebbe stato di tutto il suo patrimonio? " E' semplice, metà a te e metà alla Francese". In quel momento Francisco Canaro ha capito che non si sarebbe mai separato. C'è stata un'altra scena che viene ricordata come un aneddoto, al quale si può credere o no. L'orchestra sta facendo le prove, durante una pausa Ada è seduta sulle ginocchia di Canaro quando si spalanca la porta della sala. Entra "la Francese" infuriata, apre la borsetta, impugna una pistola e si avvicina alla coppia.

Ada scappa di corsa e qualche giorno dopo manda a don Francisco una lettera:" Io non canterò più per te". Se non è una lettera d'addio (per il momento), è una lettera di dimissioni. C'è una data, 28 settembre 1938. Ada si è resa conto che non potrà avere un futuro il suo legame con Canaro. Si chiude in se stessa, riduce la sua attività ed è ancora più eccentrica. Quando registra mette come condizione che l'orchestra non la deve vedere, canta nascosta da una tenda. A volte, per sottrarsi agli ammiratori che la assediano, esce di casa mascherata da vecchina, curva, con una parrucca di pochi capelli bianchi, un bastone.


Nel 1942 incide gli ultimi due pezzi, entrambi di Francisco Canaro e di Ivo Pellay: il tango "Corazón encadenado" e il vals "Viviré con tu recuerdo" che forse non ha scelto a caso perchè subito dopo scompare. Ha 37 anni. Si rifugia assieme alla madre in un convento di Salsipuedes, in provincia di Cordoba, entra nella congregazione delle Terziarie Francescane. Quando filtra questa notizia a Buenos Aires qualcuno ricorda che Ada Falcón è sempre stata molto religiosa, di averla vista spesso nella Chiesa di Nueva Pompeya, di averla persino sentita parlare con i ritratti dei santi appesi alle pareti e con la Madonna.
Francisco Canaro nel libro autobiografico "Mis memorias" la ricorda così: "Ada Falcón è stata una delle più belle delle nostre giovani canzonettiste di prima fila, alla sua epoca. Padrona di una voce calda e ben timbrata e di eccezionali capacità interpretative, sentiva il tango e lo cantava con singolare intonazione e buon gusto, suscitando nel pubblico ammirazione e simpatia. Ancora giovane si è ritirata dalla vita artistica e si è rinchiusa in un convento spinta dalla sua devozione religiosa. Rinunciando per propria scelta alla vita mondana è stato detto che abbia obbedito al proposito di avvicinarsi a Dio. Ecco un prodigio della fede cristiana". L'artista è morto nel 1964 a 76 anni. La sua eredità è stata divisa fra la moglie e la figlia nata dall'amore con una ragazza del coro di una delle tante riviste alle quali ha partecipato con la sua orchestra.

Un giorno del 1982 due cineasti abbastanza famosi, Sergio Wolf e Lorenza Muñoz, sono andati a Salsipuedes ed hanno girato un documentario sulla vita di Ada Falcón nel convento. Non è stato mai trasmesso. Aveva fatto questa confessione:"Mi sono rinchiusa qua dentro perchè devo espiare un peccato". Un anno prima era mancata "Mamita" che si dice avesse lottato tanto per convincerla a tornare a Buenos Aires dove la casa era stata spogliata di ogni cosa dai ladri. Le avevano portato via tutti i dischi, tutte le fotografie, persino le lettere che in quindici anni le aveva scritto il cantante peruviano Josè Mojica che si era poi fatto frate francescano. Sembra che Ada avesse tenuto anche un diario. Molti segreti della sua vita si sarebbero saputi se non fosse sparito. Rubato e venduto o rubato e gettato via?

Il 4 gennaio del 2002 Ada Falcón è morta di cuore a 97 anni nel centro geriatrico di Molinari tenuto dalle Sorelle di San Camillo, a cinque chilometri da Cosquìn. I suoi resti sono poi stati portati a Buenos Aires nel Panteón della Chacarita. Da molto tempo era divenuta poverissima. Aveva accusato la Odeon di non aver voluto rieditare i suoi dischi ma la casa discografica era stata diffidata dal farlo.
"Non avete il mio permesso, se lo farete andrete all'inferno...".

mercoledì 18 novembre 2009

Caracao ciù-ciù! Futurismi tra Parma e Buenos Aires


Nell'anno del Futurismo, dopo il successo estivo al Parma Poesia Festival, 

una nuova produzione di Argante Studio dedicata ai futuristi, al legame del 

Movimento con Parma e al "ponte" tra Parma e Buenos Aires. Lo spettacolo di (e con) Paolo e Andrea Briganti, vede in scena Mirella Cenni, Gian Paolo Canuti, Raffaele Rinaldi e i tangueros di «Vogliaditango»: Cristina Ziliani, Maurizio Sciortino, Leslie Jaime, Fulvio Giubellini, Claudia Bertolotti, Carlo Zilioli. Musiche a cura di Ugo Micciola.

 

DATA DA DEFINIRSI

LE DATE DEL 27, 28, 29 NOVEMBRE

SONO STATE SOPPRESSE

CAUSA MALATTIA DI PARTE DELLA COMPAGNIA TEATRALE


VI TERREMO INFORMATI

 

Teatro del Tempo, Borgo Cocconi 1, Parma

Ingresso euro 10, Ridotto euro 8

Info: 340.3802940

Foto Cinderella Tango 3 - parte 2


martedì 17 novembre 2009

lunedì 16 novembre 2009

Grazie di cuore

Mi sembra che abbia funzionato... Il castello, gli amici, la danza... non so dirvi quali siano stati gli ingredienti esatti, ma la serata è perfettamente riuscita. Con tutti i 'limiti' logistici che presenta un posto tanto suggestivo ma certo non nato per essere una milonga.

Un grazie di cuore a quanti hanno reso eccezionale la notte del 14 Novembre al Castello di Felino...

  • innanzitutto a tutti ballerini, quelli di vdt, delle associazioni vicine e quelli arrivati da lontano... che hanno portato eleganza ed energia alla nostra milonga.
  • a Nora e Juan Carlos, grandi ballerini e professionisti ma SOPRATTUTTO persone meravigliose: aperte, solari, generose e rare.
  • a Joe Bossi che ci ha regalato una programmazione musicale sapientemente dosata e inappuntabile.
  • a Max Orazi, e la sua magia fotografica (oltre 1400 scatti... tra qualche giorno pubblicheremo on line la gallery dell'evento)
  • a Stefano e Simona del Cortile Shoe Room e alla loro raffinata collezione di scarpe degna del contesto principesco
  • allo staff completo, che da sempre sacrifica GRATUITAMENTE il proprio tempo e parte del proprio divertimento in milonga perchè siano gli altri a goderne. Simona M, Monica, Gabriella, Mirco, Alez, Claudio, Francesca, Simona S, Mauri & company.
  • alle persone SPECIALI, che da anni portano in vogliaditango le proprie competenze tecniche, organizzative ed umane: Claudia, Carmen, Cristina, Lia, Alessio, Andrea, Armando, Carlo, Renzo, Pietro, Bagalons (ci sei mancatooooooooooo!!!!).
  • in particolare a Susi (concedetemelo) che maggiormente ha voluto e sostenuto questo evento fin dalla sua prima edizione
Spero di ritrovarvi tutti
l'anno prossimo
con CinderellaTango4
Ros

giovedì 12 novembre 2009

Aspettando Cinderella Tango 3!

Salagadula
magicabula
bibidi bobidi bù
metti il vestito che ami di più
e vieni a ballare anche tuuuuuuuu!


vieni a felino, con il pulmino, 
bibidibobidibù!!!!! 
vieni a felino a ballare anche tuuuuuu 
bibidibobidibù!!!!!

salagadula
magicabula
bibidi bobidi bù
mettile insieme
e che accade laggiù?

vieni a ballare anche tuuuuu!!!!


con salagadula puoi
far tutto quel che vuoi
ma la frase però
che tutto può
è bibidi bobidi bù
...

vieni a felino, non fare il bambino
bibidibobidibù!!!!!
ti aspetta un castello incantato e di più
vieni a ballare anche tuuuuuuuu!

tangogadula
sacadabula
bibidi bobidi bù
vieni a tangare a felino anche tuuuuuuuuuu
bibidi bobidi bù!

vieni a felino, c'è mio cugino
bibidibobidibù
ti inviterà per due tande e di più
bibidibobidibù!

vieni al castello, è alto il livello
bibidibobidibù
ti prestiamo baga dai vieni anche tu
bibidibobidibù!

vieni a felino, c'è il mio inquilino
bibidibobidibù
non balla tango ma è bello e di più
bibidibobidibù!

Arcegadula
Naveirabula
bibidi bobidi bù
a che serve il maestro se non vieni tuuuuuuuuuu
bibidi bobidi bù!

tutti gli ometti, con i sacchetti
bibidibobidibù
stan già salendo al castello, dai tu
bibidibobidibù!

le ballerine, tutte belline
bibidibobidibù
stanno aspettando un invito, lassù
bibidibobidibù!

salagadula
magicabula
fa la magia tutto quel che vuoi tu...
nella foto di Orazi sei bello anche tuuuuu!!!

nata dal delirio di ros e silvia
... continua anche tu la nostra canzone!!!!

giovedì 5 novembre 2009

Sabato 14 Novembre 2009 Gran Milonga Cinderella 3 nel Castello di Felino (PR)



Tutti i dettagli per le prenotazioni, indicazioni stradali e pernottamenti sono riportati nel nostro sito alla pagina http://www.vogliaditango.it/eventi/20-gran-milonga.html .

Seminario di Psicotango


ULTIMO SEMINARIO DEL 2009

NO TE LO PIERDAS!!!

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VIERNES 27 Y SÁBADO 28 DE NOVIEMBRE

Teoría y práctica del TANGO como TERAPIA
Coordinadores: Psicólogos Mónica Peri/Ignacio Lavalle Cobo
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lunedì 2 novembre 2009

Federico Naveira & Ines Muzzopappa

Nel Luglio 2008 segnalai il video di questi due ragazzi al blog, ricordate ?



Una bellissima esibizione anche quella al Castelletto, vero ?
Ciao