sabato 31 marzo 2007

Penombra

Lo conoscevate questo tango di Mina?

Le pulizie di Pasqua

In questi giorni di inizio avanzato di primavera, si approfitta, almeno a casa mia, per fare le pulizie "con criterio" di tutta casa. Il che significa approfittare dell'occasione per mettere a posto e pulire tutto, dalla prima all'ultima superficie.
La cosa veramente triste non è tanto faticare in questo modo ( la funzione catartica delle pulizie è nota), quanto rendersi conto che da qualche parte, in giro per la casa, ci sono cose che veramente non riesci a buttare via.
Sto tentando di fare un conto:
1) il primo paio di scarpe da tango che ho comprato. Lo so che ormai la pelle è sformata, ma proprio non ci riesco. A dire la verità non sono ancora riuscita a buttare via nemmeno un paio di scarpe da tango. Ops
2) i miei libri. Ok, lo so che ormai ho la libreria straripante, con testi in doppia, tripla fila quando ci si riesce. Ma non riesco a buttare via neanche quella schifezza comprata per caso all'edicola della stazione in occasione di un viaggio, e che non sono riuscita nemmeno a finire.
3) le vecchie borse. Qualcuna un pò sdrucita, qualcuna assolutamente inutilizzabile. Ma ogni volta che ne prendo una in mano mi viene in mente l'occasione speciale in cui l'ho portata con me, quell'uscita romantica, o il pomeriggio insieme con gli amici....
4) i volantini dei festival di tango a cui ho partecipato. le mmotivazioni sono ovvie
e l'elenco potrebbe continuare all'infinito.
E io ogni volta che provo ad iniziare a buttare via qualcosa, mi blocco inevitabilmente. Con conseguente senso di colpa..

Qualche regola di partecipazione al blog...

In seguito ad alcuni commenti anonimi un po' polemici abbiamo deciso di intervenire per chiarire quali sono, per noi di vogliaditango, le regole di partecipazione a questo blog:

-vorremmo che questo fosse un blog di discussione e non di polemica. soprattutto non di polemica fine a se stessa. siamo aperti a tutti i punti di vista e vorremmo che la 'trasversalità' fosse il nostro punto di forza... non è un caso che questo blog non si sia chiuso su se stesso accettando i commenti solo degli iscritti, ma offra spazio a tutti quanti vogliano portare la loro esperienza-tango;

-per procedere nell'ottica della discussione e non cadere nella polemica sterile vi chiediamo di firmare sempre i commenti e di assumervi la responsabilità delle idee e degli spunti proposti;

-invitiamo inoltre a formulare le proprie posizioni nel rispetto degli altri, con educazione e senza aggressività.

Vogliamo che questo blog sia terreno fertile, il confronto è fondamentale, il principio della differenza è fatto salvo ed è vitale. Non vogliamo procedere con la censura dei commenti o con la chiusura del blog ai soli iscritti, per questo vi preghiamo di mantenere sempre un registro corretto e rispettoso.

A proposito di Farnese: papa Paolo III, cardinali, duchi ecc... - Il ducato di Parma e Piacenza

Da "http://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Paolo_III"

"...Il momento sembrò opportuno al pontefice anche per acquisire per suo figlio Pier Luigi i ducati di Parma e Piacenza. Anche se questi appartenevano agli Stati Pontifici, Paolo III pensò di avere la meglio sulla riluttanza dei cardinali scambiando i ducati con i meno preziosi domini di Camerino e Nepi. L'imperatore accettò, a causa della prospettata ricompensa di 12.000 unità di fanteria, 500 cavalieri e una considerevole quantità di denaro. Il 17 agosto 1545 Paolo III erigeva il Ducato di Parma e Piacenza in favore del figlio Pier Luigi, del nipote Ottavio e dei loro discendenti maschi e legittimi per ordine di primogenitura. I soldati promessi da Paolo III furono inviati all'imperatore sotto il comando di Ottavio Farnese. La “guerra smalcaldica” ebbe uno sviluppo molto celere, l'imperatore sconfisse e sciolse definitivamente la Lega nell'aprile del 1547: con questa vittoria l'astro Carlo V fu più rilucente che mai. Ma in realtà il protestantesimo era vinto solo come organizzazione politico-militare, non come potenza religiosa...

Ma mentre a nord delle Alpi l'imperatore era stato strumentale al recupero della Germania al cattolicesimo romano, il Papa si distaccò da lui poiché l'imperatore stesso si era tenuto distante nella questione del riconoscimento di Parma e Piacenza a Pier Luigi, e la situazione giunse ad una rottura totale quando il vice-reggente imperiale, Ferrante Gonzaga, procedette all'espulsione forzata del figlio del Papa.

Il Duca (Pier Luigi Farnese) venne assassinato a Piacenza e Paolo III credette che ciò non potesse essere accaduto all'insaputa dell'imperatore...".

Una considerazione personale (mia, da cattolico praticante...), senza scendere noi consueti luoghi comuni: bah... i "costumi", la "filosofia morale" dell'epoca, presentano aspetti e contraddizioni in netta antitesi coll'essenza del "messaggio evangelico"... e, nella storia della Chiesa, lassismo e rigore morale si sono alternati pressoché continuamente... Quando penso che, sino a non più di 30 anni fa, le sale da ballo eran indicate e stigmatizzate quali "luoghi di perdizione" (Ubi saltatio, ibi diabolus)...

Tango Terapia - Obiettivi e Relazioni semantiche

Obiettivi

"Conosci te stesso" recitava l'oracolo nella Grecia Antica. E questo, è stato da sempre il fondamento e l'obiettivo delle psicoterapie, ed il principale mezzo d’accesso alla trasformazione e sviluppo personale. Se non ci conosciamo non possiamo cambiare. "Conosci il tuo nemico se vuoi vincerlo", e, in realtà, se non conosciamo le nostre resistenze e conflitti, non potremo affrontarli


Relazioni semantiche


Nel corso di lunghi dibattiti e conversazioni con amici e professionisti della salute mentale e delle milongas, si arrivava ad un punto chiave: quello del ruolo della parola come forma superiore dell'espressione umana e come strada maestra alla conoscenza del materiale inconscio e del suo reintegro nell'interpretazione. Sebbene creda che ci sono differenti mezzi di comunicazione, inclusi i più primitivi, che sono in maggiore e più intimo contatto col materiale inconscio, nella tango terapia c'avvaliamo di tutte le risorse disponibili, che sono notevoli, per le loro sfumature e varietà. L'abbraccio, la posizione, il movimento, lo svolgimento nel gruppo, la relazione col compagno/partner e coi docenti. Ma diamo anche spazio alla parola quando, al termine di ogni sessione, ci si scambiano (a voce) le vivenze dell'esperienza del giorno ed ognuno espone liberamente le proprie. Questo è un elemento in più che arricchisce la terapia. Inoltre ogni paziente può lavorare, nella propria terapia individuale, sui conflitti emersi e ravvivati dal laboratorio/workshop di tango-terapia.....

.....La sorpresa maggiore ebbe a che vedere con la scoperta del significato della termine “milonga”. Secondo José Gobelo, fondatore dell'Accademia del Lunfardo, deriva dal linguaggio africano Quimbunda ed è il plurale di “mulonga” che significa "Parola”. Pare, a suo dire, che sia in relazione ai payadores (cantori popolari, in Argentina, che, accompagnandosi con la chitarra, competevano con altri, improvvisando su vari argomenti). Perciò milonga è "Parole”. E non v’è migliore definizione di quel che si fa in un laboratorio di tango dove la comunicazione, attraverso un linguaggio tanto ricco da includerla tutta, è permanente. Dall'espressione attraverso la postura, dal gesto alla parola. Secondo Artur Pestaña "Pepetela" (scrittore angolano), l'Argentina è quilombo, tambo e milonga, e milongo, in umbundu (la popolazione mbundo è la maggioranza etnica in Angola, significa incantesimo, una danza incantata. Il termine“milonga” racchiude altri significati affini: definisce una musica, un luogo in cui si ballano tango, milonga e valzer, e che si estende ad altre danze, “vado alla milonga”; altre volte diciamo “no me vengas con esa milonga - non venir da me con quella milonga" quando non desideriamo persone che vengan da noi coi loro problemi e tiritere. In inglese "all that jazz.". Quanto al termine “Tango”, pare provenga dalle Canarie e si riferiva a “festa o danza di negri” e, poi, al luogo in cui questi ballavano.....

.....Il ballo del tango è un dialogo legittimo tra due corpi che, nel contempo, ci rimanda all'introspezione più profonda nel nostro self (proprio Io).....

(da Tango Terapia, Federico Trossero)

venerdì 30 marzo 2007

A proposito di tango-terapia

Salute
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Quando si parla di salute, è opportuno fare riferimento alla Costituzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), agenzia dell'ONU istituita nel 1948 con l'obiettivo di operare per far raggiungere a tutte le popolazioni il livello di salute più elevato possibile. La salute, definita nella Costituzione dell' OMS, come "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia", viene considerata un diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone. Questo principio assegna agli Stati e alle loro articolazioni compiti che vanno ben al di là della semplice gestione di un sistema sanitario. Essi dovrebbero farsi carico di individuare e cercare, tramite opportune alleanze, di modificare quei fattori che influiscono negativamente sulla salute collettiva, promuovendo al contempo quelli favorevoli.

In tale contesto, la salute viene considerata più un mezzo che un fine e può essere definita come una risorsa di vita quotidiana che consente alle persone di condurre una vita produttiva a livello individuale, sociale ed economico.

La definizione di salute proposta dall' OMS è molto impegnativa; infatti la sua traduzione in termini operativi e soprattutto in azioni, ha sempre suscitato riflessioni, dubbi, discussioni.

Il carattere "utopistico" di tale definizione è molto chiaro e condivisibile in quanto descrive una situazione di completa soddisfazione e felicità che forse non può essere mai raggiunta, ciononostante costituisce un punto di riferimento verso il quale orientare i propri sforzi.

La traduzione di dichiarazioni di principio in strategie operative costituisce da sempre un processo complesso e difficile soprattutto quando le implicazioni per l'azione richiedono il cambiamento del nostro modo di pensare e di agire. In questo senso per dare un impulso significativo al perseguimento della salute da parte dei governi, ai diversi livelli, l'OMS ha cercato di rendere operative, a partire dagli anni ottanta, due strategie che vanno sotto il nome, rispettivamente, di "promozione della salute" e di "strategia della salute per tutti". Ciò soprattutto nella consapevolezza che la salute è il risultato di una serie di determinanti di tipo sociale, ambientale, economico e genetico e non il semplice prodotto di una organizzazione sanitaria.

Nel tempo, sul concetto di salute e sulla sua definizione, si è sviluppato un dibattito internazionale e sono state formulate alcune proposte di definizione alternativa. Fino ad ora però hanno avuto poco successo e quindi la definizione dell' OMS rimane ancora un punto di partenza e di riferimento.

La tradizione popolare ritiene sano chi non ha dolori, febbre o duraturi altri disagi, tanto da impedirgli di svolgere le proprie funzioni. Le "funzioni" dipendono (sempre secondo la tradizione popolare) maggiormente dall'età e dai ruoli sociali. Questa definizione ha il vantaggio di essere di "buon senso" e lo svantaggio di essere poco quantificabile.

Ma chi era Ranuccio ???

Che piaccia o no tutto ciò che riguarda Parma, storicamente, coinvolge Piacenza e viceversa quindi se volete saperne di più del Duca Ranuccio, leggetevi questo breve post.

Ranuccio II Farnese
Ranuccio II Farnese (17 settembre 1630 - 11 dicembre 1694), fu il sesto duca di Parma e Piacenza dall’11 settembre 1646 alla morte ed il settimo duca di Castro dall'11 settembre 1646 al 1649.

Giovinezza e reggenza
Ranuccio era il figlio maggiore del duca Odoardo I Farnese e di Margherita de' Medici. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1646, governò il ducato con la reggenza dello zio cardinale Francesco Maria Farnese e della madre per due anni, fino al compimento del diciottesimo anno. Nel tentativo di riallacciare una alleanza con i Farnese, la Francia gli offrì la mano di una nipote d cardinale Mazarino. La giovane avrebbe portato in dote 500.000 scudi, ma Ranuccio, nonostante il ducato avesse un disperato bisogno di soldi, non prese nemmeno in considerazione l’offerta dal momento che la ragazza non era di rango principesco. Riuscì, comunque, a rimanere neutrale nella lotta tra Francia e Spagna, ma fu comunque costretto a permettere il passaggio delle truppe di entrambi i contendenti con gran danno delle popolazioni locali.

La perdita di Castro
Durante il regno di Odoardo il ducato era stato coinvolto nella prima guerra di Castro, provocata da Urbano VIII e che aveva prosciugato le sue casse. Nel 1649 Innocenzo X, il successore di Urbano accusò Ranuccio di essere il mandante dell’omicidio del vescovo barnabita Cristoforo Giarda. Da questo episodio ebbe origine la seconda guerra di Castro. Le truppe pontificie, assediarono la città di Castro e la rasero al suolo. Frattanto il duca radunò un esercito il cui comandante era Jacopo Gaufrido, che fu sconfitto nei pressi di Bologna. Il Gaufrido scappò, ma condizione di pace per il papa era che il comandante doveva essere processato. Arrestato e condannato, il Gaufrido fu giustiziato l’8 gennaio 1650. Il ducato fu incamerato. Nel 1657 il duca doveva riacquistare Castro, ma non aveva la somma necessaria, per cui il nuovo pontefice Alessandro VII decise per l’incamerazione definitiva, ma due anni dopo, nel 1659, con la pace dei Pirenei tra Francia e Spagna, il duca riuscì a far inserire una clausola per cui aveva ulteriori 8 anni per riscattare il ducato. Il duca cercò di racimolare denaro in tutte le maniere e, nel 1666, inviò a Roma un suo agente, Giulio Platoni, con la somma di 814.865 scudi in oro e argento, ma i responsabili della Camera Apostolica rifiutarono il pagamento. Ranuccio dovette rassegnarsi alla perdita dell’antico possedimento familiare.

Gli ultimi anni
Il duca rimase con la grossa somma rifiutata dalla Chiesa, pertanto, nel 1672, decise di acquistare Gianandrea Doria Landi il principato di Bardi e Compiano, al prezzo di 120.714 ducati. Con questo acquisto lo stato ebbe la sua forma definitiva.

Durante la guerra tra la Francia ed il duca di Savoia Vittorio Amedeo II, che aveva aderito alla Lega di Augusta ed era appoggiato dagli imperiali guidati dal principe Eugenio di Savoia il ducato di Parma fu invaso dalle truppe imperiali, che lo depredarono. Nel 1691 quattromila soldati, con donne e bambini, giunsero nel parmense; non solo il loro mantenimento ricadde sui sudditi, ma stupri soprusi e violenze si succedettero senza tregua.

Nel 1693 morì Odoardo che tre anni prima aveva sposato Dorotea Sofia di Neuburg, dalla quale aveva avuto due figli: Alessandro, morto a soli otto mesi ed Elisabetta.

Il duca morì improvvisamente, forse a causa della sua obesità, la notte dell’11 dicembre 1694.

Matrimoni e figli
Ranuccio II Farnese si sposò il 29 aprile 1660 con Margherita Violante di Savoia (15 novembre 1635 - 29 aprile 1663), la figlia del duca Vittorio Amedeo I, la quale lo lasciò vedovo dopo appena tre anni di matrimonio, morendo due giorni dopo la nascita del loro secondo figlio; il bambino morì lo stesso giorno. Il primo figlio era morto il giorno stesso della nascita.

In seconde nozze Ranuccio sposò il 18 febbraio 1664 sua cugina Isabella d'Este (3 ottobre 1635 - 21 agosto 1666), figlia di Francesco I d'Este, duca di Modena, con cui ebbe tre figli. Anche lei morì di puerperio. Da questa unione nacquero Margherita Maria Farnese (24 novembre 1664 - 17 giugno 1718), sposatasi il 14 luglio 1692 con Francesco II d'Este (1660-1694), duca di Modena, Teresa Farnese (10 ottobre 1665), suora e Odoardo II Farnese (1666-1693), erede presuntivo del ducato di Parma e Piacenza, morto prima del padre.

Nell'ottobre del 1668 Ranuccio si sposò una terza volta, con Maria d'Este (8 dicembre 1644 - 20 agosto 1684), la sorella della seconda moglie. Con lei ebbe molti figli, solo due dei quali raggiunsero l'età adulta:

Francesco Farnese (1678-1727), duca di Parma e Piacenza dal 1694
Antonio Farnese (1679-1731), dal 1727 ultimo duca di Parma e Piacenza della famiglia Farnese.

Bilancio del suo regno
Il giudizio dei contemporanei fu benevolo, perché il duca fece molte opere per migliorare la situazione dei suoi sudditi, ma il contrasto tra la spensierata vita di corte e le casse dell’erario era veramente notevole. Per mantenere tutti i personaggi che ruotavano alla corte di Parma, il duca fu costretto a tassare ogni cosa, evitando, però, di toccare le rendite ecclesiastiche.

Per combattere la disoccupazione operaia, vietò l’esportazione di sete non lavorate; nel 1648 trasformò l'ufficio comunitativo in Congregazione, per poter procedere all’ammasso ed alla distribuzione di grano e farina; creò l’ufficio del Visitatore generale, una sorta di giudice d’appello e fece in modo che i processi non andassero troppo per le lunghe, prevedendo, al contempo, èpene severissime per ladri, vagabondi e falsari. Tra le altre cose, riformò l’estimo rurale di Piacenza (1647); provvide alla riparazione dei danni provocati dall’esondazione del Po del 1654; istituì gli archivi pubblici a Parma e Piacenza (1678)dispose la misurazione del territorio del ducato ed incrementò la bonifica dei terreni (1691).

In ambito culturale, si occupò del miglioramento dell’università e del Collegio dei nobili, in cui fondò l’Accademia degli Scelti. Nell’abbazia benedettina formò l’Accademia degli Elevati. Il duca era anche appassionatissimo di musica e si circondò di celebri cantanti, ballerini e strumentisti. Nel 1688 inaugurò il nuovo Teatro Ducale. Durante tutto il suo regno acquistò dipinti e volumi preziosi e trasferì a Parma la maggior parte delle opere appartenenti alle collezioni di famiglia conservate nelle residenze romane.

Udite, Udite !!!

Nella prestigiosa cornice di Piazza Cavalli, allo storico Gran Caffè Ranuccio (Ex Balzer)
PIACENZA INCONTRA IL TANGO
in collaborazione con Almatango e Caffè Ranuccio
inaugurano:
LA GRAN MILONGA DEL VIERNES
venerdì 13 Aprile dalle ore 21.30 alle ore 2.00

Il Gran Caffè Ranuccio, elegante e raffinato, per l'occasione aprirà le porte alla gente del tango e a chiunque voglia avvicinarsi alla sua magica atmosfera. Nello splendido salone interno il Musicalisador aprirà le danze !

Tango Show: ballerini argentini Alejandro Pereira e Vanesa Lamis
Musicalisador: Batti el Jodon

Almatango Piacenza
infoline - Almatangoclubpiacenza@yahoo.it
Sara: 3493667880 - Daniela: 3357179186

Gran Caffè Ranuccio
Piazza Cavalli 1, Piacenza
Info prenotazioni: 0523 071352

E così, dopo la milonga Boeri il giovedì sera, la milonga di Sant'Antonio il sabato sera, ecco la terza milonga cittadina a Piacenza !!!
VI aspettiamo ad abrazos apiertos !!!:))))

Per chi volesse dare una sbirciata all'ambiente in cui sarete accolti ecco il sito:
http://www.percorsieitinerari.com/ranuccio/index.htm

Orto botanico

Rileggendo il post scritto ieri, mi sono accorta di non aver inserito qualche informazione pratica.


Vi racconto una piccola curiosità.
L'ingresso all'orto è gratuito, e spesso, arrivando ai cancelli, si trova la porta aperta e nessuno che dia qualche indicazione.
E' con qualche timore allora che ci si inoltra in quella natura rigogliosa.
Ma non temete: nel giro di qualche minuto, in qualsiasi posizione del giardino voi siate, venite raggiunti da un uomo, il custode ufficiale del parco.
Non so veramente come faccia.
Entrando non si vedono telecamere, e non si vede alcun sistema di controllo o finestre dalle quali possa tener d'occhio la situazione. Ma, immancabilmente, vi raggiungerà ovunque voi siate.
Ad un certo punto per me era diventata quasi una sfida. Entravo nel parco, e mi inoltravo tra gli alberi, senza arrivare vicino all'edificio principale ed alle serre, curiosa di vedere se mi trovava.
E ci riusciva sempre!
Una domanda mi è sorta spontanea: forse che nel corso degli anni il custode abbia sviluppato una sorta di feeling sensoriale con le piante, che ora gli permette di "sentire" un estraneo nel suo giardino?
Ai posteri l'ardua sentenza!

Particolare del fregio con l'iscrizione "Stirpibus ab hieme perfugium munificentia Ferdinandi I 1793" .


Scheda pratica per "Orto Botanico"
Comune
Parma
Indirizzo
Via Farini, 90 - 43100 Parma
Informazioni
Tel. 0521.233524E.mail:
fossati@unipr.it
Apertura
lunedì - venerdì: 8.00 - 12.00 e 14.00 - 18.00
Ingresso
gratuito visite guidate su prenotazione

Tango Terapia - Definizione e proposta

Definizione
Tango-terapia o psicotango: sistema integrato di strumenti del “ballo del tango” e della sua musica che, con l'intento di produrre vivenze (istanti vissuti intensamente nel presente) motivanti, ci avvicina alla conoscenza dello psichismo profondo, consentendo elaborazioni diagnostiche, terapeutiche e di ricerca.

Proposta

La tango-terapia viene proposta quale tecnica terapeutica catalizzatrice dello sviluppo personale, quale metodo di esplorazione delle risorse personali e di potenziamento delle risorse e capacità di ogni persona, attraverso l'uso della metafora diagnostica per approdare a conclusioni e portare a termine l'azione terapeutica. Uno spazio di realizzazione e di creatività, di incontri umanizzati, densi di significati e soddisfazioni. Un luogo di scambi umani e di gioco. Di legami con senso e trascendenza, all’interno di una cornice singolare di vivenza estetica e creativa.....

.....Il fondamento teorico dell’utilizzo del tango in terapia ha le radici nell’elaborazione del sensoriale, del percettivo, dell’autopercezione corporea, del cenestesico e del cognitivo, che, integrati, favoriscono la comprensione dell’individuo e la sua migliore integrazione individuale e sociale. Si parla di movimento integrato pieno di “senso” nel quale il vivenziale va molto oltre il cognitivo e ci conduce all'idea di cenestesia integrativa.....

.....E da qui, la sociologia, l'antropologia, la psicologia, la medicina in generale e la psichiatria biologica, soprattutto negli anni della "decade del cervello", spiegano, tramite approcci multipli, i presupposti teorici e la possibilità d’impiego del tango nel trattamento di diversi quadri psicopatologici partendo dalle differenti concezioni della processo salute-malattia.....

....Il tango (la sua musica, la sua poesia, e specialmente il ballo) è impiegato quale strumento privilegiato per operare su quell’unità bio-psico-sociale che è l’essere umano, prendendo a sostegno i concetti teorici di diversi sviluppi del pensiero scientifico.....

.....Si considera il corpo come la struttura fisica in cui risiede e da cui mostriamo tutta la nostra identità. Il primo Io è corporeo. Il nostro corpo è la nostra casa. Lo abitiamo e ci abita. Le nostre prime comunicazioni ed espressioni hanno luogo, avvengono corpo-a-corpo. E quel corpo ci fornisce un linguaggio che possiede una dimensione simbolica di squisita ricchezza. Si stabiliscono costruzioni.....

.....La ricerca della magia del movimento, dell’abbraccio e della sequenza dei passi, e dei segnali (degli indicatori) che ci consentano di capire i conflitti sottogiacenti, dà spazio all’interpretazione che favorisce il superamento e il cambiamento, in relazione alla risignificazione di “vivenze originarie” che porta con sé.....

.....Come si può apprezzare, contiamo sulla risorsa dell'arte-simbolo e l’includiamo nel processo terapeutico come strumento operante da facilitatore ed intermediario dell'espressione simbolica.....

.....E non è solo l'armonia di due corpi bensì di due mondi differenti, il maschile con la sua necessità ed attesa di attenzione verso i risultati conseguiti, il femminile, col richiamo verso se stessa e le sue cose. L'uomo s’aspetta la lusinga della donna nell'essere accettato quale buon ballerino, la donna s’aspetta un buona intesa, un buon abbraccio, d'essere tenuta in considerazione, e che non le si pestino le scarpe nuove: preferisce un uomo che esegua pochi passi, eseguiti bene e con sentimento, ad un uomo che vuol mostrare solo destrezza col suo repertorio di figure.....

.....Lo sguardo, l'abbraccio, il ballo, il trasporto, la rotazione... Che insieme di emozioni!.....

.....Si tratta inoltre di un'esperienza culturale che, ritengo, porti in sé i presupposti per essere applicata in altre culture: Europa, America del Nord, Oriente, Africa; sarebbe inoltre della massima importanza, un'autentica sfida, realizzare un studio multiculturale. Allo stesso modo, tali convinzioni privilegiano l’applicazione della tango-terapia alla cultura contemporanea.....

.....Dalla prima, il messaggio estetico implica la sublimazione di sintomi e l'espressione della soggettività, così come amplia le frontiere della stessa, arricchendo la personalità totale dell'individuo. Aumenta, nell’individuo, la creatività, la capacità d’introspezione e perciò la generazione di linguaggio orale.....

.....Non sto esponendo la tango-terapia quale terapia ausiliaria e/o complementare ad altre, bensì quale asse portante di “una nuova modalità di approccio psicoterapeutico” che, logicamente, può esser completata e non esclude altri approcci alla persona.....

.....La psicanalisi non è forse una danza tra istanze e forze psicologiche di genere distinto, nella scena del mondo interno dei pazienti? Al pari di una coreografia nella quale ci sono attese, silenzi, un camminare insieme, un linguaggio con codici, un’inquadratura con regole.....

(da TANGO TERAPIA, Federico Trossero)

Canyengue al Tom

Non avevo mai fatto lezioni di canyengue.
L'occasione l'ha fatta il Nico organizzando uno stage con Alberto Muraro e Marta Lorenzi all'ARCI Tom di Mantova.Devo dire che è stata Brunella con il suo solito entusiasmo nello sperimentare cose nuove a contagiarmi e così sarebbe stato un lungo sabato notte di tango.
Non ce l'ho fatta ad arrivare per le 20..ultimamente sto lavorando troppo comunque in coppia con Brunella,in quasi 2 ore qualcosa..anzi parecchio..abbiamo imparato.Speriamo di riuscire a praticarlo almeno un pò,altrimenti si rischia di dimenticare tutto.
Abbiamo approfittato del buffet,compreso nel prezzo..lo stomaco giustamente si stava lamentando.Nel salon de baile la musica era iniziata,Gibo era già all'opera con le sue scelte sempre azzeccatissime...
Paola è arrivata..è con lei che ancora una volta inizio la serata.Ultimamente è
sempre così...un destino per me molto..piacevole,che mi farà ripetere l'esperienza del suo abbraccio varie volte nel corso della serata.
La sala comincia a riempirsi..oltre ai mantovani vedo amici che arrivano da PR,RE,PD,MO,TN,BZ,VR,VI...
E' arrivata anche Aurora,ora è con lei che voglio ballare,lei è la mia...lupetta preferita,un feeling ormai consolidato...un abbraccio che non vorremmo mai sciogliere.Purtroppo dobbiamo.......
Per fortuna trovo un'altra delle mie preferite,la Robby.Con lei 2 tande molto intense..è un vero piacere che ritroveremo sicuramente anche sabato prossimo,in terra vicentina..
E Brunella?No,non mi sono dimenticato di lei..e come potrei!Nel corso della serata ci saranno più occasioni di ballare insieme...è un piacere che sta crescendo sempre.Peccato non essere riusciti a ballare canyengue,ma non mancheranno le occasioni.
La sera prima Deanna l'avevo forse un pò trascurata ma qui,a casa sua..dovevo rimediare.Penso di esserci riuscito se pure Nico mi ha riferito di averla vista molto contenta..mentre ballava con me.
Dopo gli ultimi tanghi a Trecasali, con Caterina non c'era più stata occasione di ballare insieme e così mi ha fatto molto piacere ritrovare anche lei al Tom...
A Bologna,la sera prima non avevo avuto tempo per invitarla,ma stavolta è diverso e così con Emanuelita dopo il suo incredulo..ma stai invitando me..?..,una bella tanda di vals.
Paola di Rovereto non stava ballando molto e come lei anche altre purtroppo..mancano sempre ballerini,a me dispiace,non sempre riesco ad arrivare a tutte,quando sono troppe...sono troppe.Una bella tanda con lei però l'ho fatta!
Da Barbara sono arrivato un attimo dopo o prima(?) di Bruno..sono rimasto un altro attimo indeciso,di fianco c'era Aurora..non poteva andarmi meglio ed è stata con lei un'altra bellissima tanda.
Delle mie altre reggiane preferite mancava ancora la Mariella.Chi cerca trova..e l'ho trovata!La stanchezza cominciava ad appesantirmi ma ugualmente ho dato..tutto quello che potevo,e anche di più..tango,milonghe..e il suo bel sorriso
e il suo bacio alla fine...
La voglia di ballare con Paola..c'era ancora..le forze meno,anche da parte sua e così dopo 2 tanghi ci siamo detti..basta.Per me la serata era finita..
Non potevo però andarmene,non era ancora la fine della milonga e così sono rimasto a..guardare gli ultimi irriducibili..e a pensare a come il tango ha cambiato la mia vita...sicuramente in meglio anche se la mancanza di..una persona,la più importante....la sento sempre.
E' Deanna a togliermi dalla mia tristezza...ti va di fare gli ultimi tanghi?..certo! ed è con lei che la serata è proprio finita.Il cambio dell'ora a noi ci ha fatto un baffo..abbiamo ballato un'ora in più e così..pari e patta.
Mi stavo dimenticando l'esibizione di Alberto e Marta.Onestamente non mi hanno molto coinvolto..troppo machiettismo,ma va beh..loro la vedono così.
La serata è stata bella,ho ballato tantissimo e bene..eppure un velo di delusione era rimasto.Non so a che ora sono arrivato a casa,non mi interesseva saperlo,so solo che ho preso qualche goccia di tranquillante..volevo dormire almeno fino alle 11...il pomeriggio mi aspettava il solito trasloco.
Prima o poi finiremo....
Buon tango a tutti
Vincenzo

Venerdì in fattoria

E' stato un venerdì all'insegna dei colpi di scena.
Le amiche "ciuce" sarebbero venute a ballare a Ferrara ma io,Paola e Deanna ci saremmo fermati a Bologna.Nico era a Bassano a mettere musica.
La stanchezza settimanale e il pensiero del lavoro al sabato mi avevano però convinto(?) della necessità di riposarmi una sera e così non ci sarebbe stato tango nemmeno questo venerdì.Dopo aver avvisato Paola arriva l'sms di Anastasia...abbiamo cambiato idea,stasera si viene da voi!
Non potevo tirarmi indietro,amo troppo ballare con loro e così..contrordine!Paola comunque decide di fare altro,saremo solo io e Deanna.All'appuntamento a Reggiolo,alle 21:30 in perfetto sincronismo invece c'è anche..Paola,che non ha saputo resistere nemmeno lei ad un venerdì..senza tango!
Siamo arrivati alla Fattoria molto presto,la chiusura dell'uscita n.9 della tangenziale ci ha impegnato un pò..ma alla fine ce l'abbiamo fatta.
Non avevamo prenotato..non c'era più un tavolo libero,ma la cara Maria Pia ha sempre un tavolino prenotato per gli amici e così ci sistemiamo da lei..posizione ottimale,sul bordo pista.
La sala è ancora praticamente vuota ma già si capisce che sarà una seratona,come direbbe il Nico.Meglio approfittarne e così è con Paola che..inizio.E' come sempre..la mia Paola preferita..con lei 3 tande perfette!
Tornando al tavolino incontro Francesca,una delle mie bolognesi preferite ..anche da Beppe,(nel frattempo arrivato col suo numeroso gruppo da Mestre..in maggioranza donne!) Ritrovare il suo bel sorriso è sempre un gran piacere..durato purtroppo solo il tempo di due tande.
E' arrivata Maria Pia..finalmente possiamo ballare insieme,dopo vari appuntamenti mancati.Con lei giri..perfetti e questo non è di tutte le ballerine...2 belle tande!
Avrei già sete ma non riesco a fermarmi..al bar poi c'è la coda e Giuliana mi sta aspettando da un pò.Solitamente ci si vede,ogni tanto,all'Amusement,ma stavolta è venuta col gruppone di tanghere veneziane.Ho ballato bene con lei,meglio delle altre volte,con un'emozione diversa..tutti si migliora..ballando!
Non ci potevo credere..era arrivata anche Flora,una delle mie fiorentine preferite..non ho perso tempo e così con lei mi sono fatto 3 super milonghe molto divertenti.
Le mie ragioni d'essere lì,nel frattempo erano arrivate..Anastasia,Chiara,Romina
i loro nomi,un placer por el corazon,oltre che per gli occhi.Manca Lara,ancora a Bs.As.e Rossella che non ha potuto.
Una mirada velocissima e ritrovo l'abbraccio bellissimo di Anastasia.......
L'amico Gibo sta passando il D'Arienzo classico di El Flete,Pensalo bien,El cencerro...i miei preferiti.Sono stati 4 tanghi che non dimenticherò facilmente....stupendi..avrei anche potuto andare a casa,ne era già valsa la pena di essere venuto.Grazie Anas!
Ma non era ancora finita,la stanchezza sembrava sparita d'incanto..che il red bull mi stesse davvero mettendo le ali..?
Romina è libera!Ancora esaltato dalla tanda precedente anche con lei una tanda bellissima...si sentiva la grande voglia reciproca di ballare insieme..
Manca Chiara,ma sta ancora ballando ed allora è con Paola,uno dei miei punti fermi che continuo la mia serata esaltante.
Finalmente arriva anche il momento con Chiara...ma quanto mi garba (..mi fa morire quando lo dice lei..!)anche il suo abbraccio e vedere la soddisfazione nei suoi bellissimi occhi dopo ogni tango fatto.Mi sono sentito proprio fortunato ad aver incontrato delle ballerine così !
Beppe mi presenta a Laura,la sua ballerina,carinissima..non posso non invitarla..anche se più alta di me..una bella tanda di vals.
Con Angela ho ceduto alla sua intensa mirada.La sua voglia di imparare è grande..con pazienza tutti si migliora.
Spero che anche Silvia,un'altra delle principianti di Mestre,non si scoraggi per gli errori fatti,un pò alla volta si sbaglierà sempre meno,l'importante è riuscire a seguire il ballerino,aspettarlo..
Non mi ha fatto dispiacere ballare con delle principianti anche perchè le ho alternate al secondo giro con le amiche pisane..ancora Anastasia..di nuovo Chiara e finito con Romina con cui ho ballato pure qualche pezzo di tango nuevo,veramente belli.Anche se Beppe da seduto mi faceva segno..così così..io non ho mai fatto lezioni di nuevo,vado a istinto visivo..mi sono proprio divertito,Romina per me è bravissima..si sente che le piace molto.
E Deanna?Non potevo dimenticarmi di lei,anche lei è ormai un punto fermo e così ,anche se a fine serata..sono arrivato anche per lei.Le avevo promesso che alle 2 saremmo venuti via ma..non ce l'ho fatta completamente!Mi ha lasciato sforare di mezzoretta.Ho potuto riballare tra le altre ancora...con Paola e per finire con Giuliana.
Un saluto a Gibo per ringraziarlo della bella musica che ci ha fatto ballare,a Beppe e alle amiche veneziane.Con le ciuce tutto è speciale...anche i saluti,ogni volta è come se fosse l'ultima volta e gli abbracci sono una gioia..per il cuore.
E' stata una serata da ricordare...molto bella..
Durante il ritorno anche Deanna ha rimarcato il fatto che noi ballerini..essendo pochi siamo veramente..fortunati ed io spero anche..amati,di quell'amore che cerco pure io di trasmettere anche se per pochi minuti alla donna che mi sta abbracciando..
Dopo le 4 entravo in casa,la stanchezza si sentiva..come la gioia di aver passato bei momenti con persone a cui tengo...tantissimo.

buon tango a tutti
Vincenzo

Spettacolo di beneficienza















L'associazione VogliadiTango si esibirà sabato 14 aprile a Parma in via Raimondi 8 per la Coop. Sociale Insieme e il Centro Anziani Montanara. Ingresso 5 euro con consumazione, a mezzanotte: penne prosciutto e piselli. Il ricavato sarà devoluto in beficienza alla Coop. Sociale Onlus Insieme.

Gran Gala di tango a Carrara

Segnaliamo il 21 Aprile il Gran Gala di Tango a Carrara.
Informazioni su http://www.tangopassion.it

giovedì 29 marzo 2007

El lloron

Il "piagnone"

Pensate, questo tango è di fine 800 e ne esistono numerosissime versioni. E' stato arrangiato anche come milonga ed è uno dei miei preferiti e più ritmati. Sicuramente lo conoscete o lo avrete già ascoltato....

EL LLORON

Letra de Enrique Cadicamo.
Musica de Ambrosio Radrizzani (?)
Compuesto c. 1890.
El origen de este tango se remonta a 1890. El bandoneonista Juan
Maglio (Pacho) lo tomo como de autor desconocido, ejecutandolo con
gran exito en el Café La Paloma, que estaba en Palermo, frente a los
cuarteles del Regimiento 2 de Infanteria y el arroyo Maldonado. Años
después, El Lloron, con un leve arreglo musical, aparece firmado por
Radrizzani. En 1937, Rodrigo Firpo realizo un nuevo arreglo y
solicito a Cadicamo que le hiciera los versos. Estrenado por Charlo,
fue un exito que perdura hasta nuestros dias.


Yo... soy pa' el amor muy blando
y a la mujer pa' conquistarla
yo le hago ver de cuando en cuando
que hay que llorar pa' enamorarla...
Hoy... me dicen los muchachos:
"Que haces, lloron... que no se diga",
pero a mi que... si el que más liga
yo bien se que es el lloron...

coro:Lloron...
solo:No me preocupa lo que digan...
coro:Lloron...
solo:A veces llora el que más liga...
coro:Lloron...
solo:La circunstancia es la que obliga y siempre... siempre primero yo...
coro:Lloron...
solo:Yo pa' llorar soy un artista...
coro:Lloron...
solo:No hay una que se me resista... y siempre... siempre primero yo...

Soy... el Picaflor del Norte,
m'e diplomao haciendo cortes.
Por diversión yo tallo y rompo
y pa' bailar soy como trompo...
A ninguna me le achico...
Les canto "Flor", me juego entero...
Soy pa'l amor "jarabe 'e pico"...
Hacerse a un lao... que paso yo!...

A proposito di Rose e di Tango

Rosa de otoño

Vals
1923
Música: Guillermo Barbieri
Letra: José Rial

Tu eres la vida, la vida dulce,
llena de encantos y lucidez;
tú me sostienes y me conduces
hacia la cumbre de tu altivez.

Tú eres constancia, yo soy paciencia;
tú eres ternura, yo soy piedad
Tú representas la independencia,
yo simbolizo la libertad.

Tú bien lo sabes que estoy enfermo
y en mi semblante claro se ve
que ya de noche casi no duermo,
no duermo nada ¿sabes por qué?

Porque yo sueño cómo te aprecio,
de que a mi lado te he de tener...
Son sueños malos, torpes y necios,
pero, mi vida, ¡qué voy a hacer!

Yo sufro mucho, me duele el alma
y es tan penosa mi situación
que muchas veces, por buscar calma,
llevo mis dedos al diapasón...

De tu desprecio nunca hagas gala
porque, si lo haces, ¡pobre de mí!...
Quereme siempre, no seas tan mala...
Vamos, ingrata, ¡no seas así!

Dizionario di tango

In un sito ho trovato una sorta di dizionario del tango, in inglese.
Se cliccate su http://www.tejastango.com/terminology.html lo trovate anche voi. Interessante!

Adorni

Una domanda sorge spontanea.. ma quante scarpe ha questa donna?

L'orto botanico di Parma



Continuo con la descrizione di luoghi di Parma, magari poco conosciuti dal grosso pubblico, che contribuiscono a creare questa bella città. Oggi parliamo dell'orto botanico, che si trova a Parma, in via Farini. Il mio ufficio si trova proprio lì vicino.
L'estate scorsa stavo passando accanto al cancello ed ho visto uscire una grossa tartaruga, lunga circa 50 centimetri. Immaginando che fosse una fuga non autorizzata, l'ho catturata (ed andava veloce, non me lo aspettavo!) ed ho suonato per recapitarla a domicilio.
Alla signora che mi ha aperto ho detto: " questa è vostra?"
e lei mi ha risposto che capita spesso che tenti di scappare...
Quindi attenzione: se venite a Parma e passeggiate di fianco all'orto botanico rischiate di vedere uscire strane cose dal cancello!

La storia
L'Orto Botanico di Parma ha origini molto antiche. Prima dell'attuale, esisteva a Parma, fin dal 1600, un altro Orto, l'Orto dei Semplici (dove si coltivavano piante medicinali), fondato da Ranuccio I Farnese ed annesso alla Facoltà di Medicina secondo l'uso del tempo. Ebbe per Prefetto il parmigiano Pompilio Tagliaferri, morto nel 1639, che fu lettore dei Semplici (così erano chiamati coloro che commentavano i testi degli antichi studiosi). Al Tagliaferri seguirono l'allievo Lorenzo Porta, 1639, il dott. Antonio Bacigalue (o Bacicalue) ed il conte Ponticelli, che tenne la cattedra di Botanica fino al 1 novembre 1768.
L'istituzione dell'Orto Botanico attuale in Via Farini, angolo Viale Martiri della Libertà, ebbe inizio per volontà dell'Abate dottor Giambattista Guatteri e sotto gli auspici di Ferdinando I di Borbone, nel 1770. L'edificazione delle serre, eseguite su disegno dell'architetto di Corte e di Stato, E. A. Petitot, fu terminata nel 1793. Il Guatteri era ancora un giovane laureato quando ottenne la cattedra e la direzione dell'Orto che tenne fino al 1793, anno della sua morte.
Al Guatteri va anche il merito di avere interrotto la serie dei cosiddetti "medici lettori" ed avere intrapreso lo studio delle piante con metodo sperimentale (studio dal vivo delle piante, introduzione di piante esotiche e loro acclimatazione in serre, scambio di semi con altri Orti). Dopo anni di ansie e fatiche dell'Abate, l'Orto ebbe la considerazione dei più illustri botanici italiani e stranieri.
L'indirizzo sperimentale impostato dal Guatteri, si accentuò con il suo allievo e successore Baldassarre Pascal, che tenne la cattedra e diresse l'Orto fino al 1802, anno in cui, in seguito a cambiamenti di governo, l'insegnamento delle Scienze fu sospeso e la direzione dell'Orto fu affidata al dott. Bartolomeo Barbieri.
Nel 1817 gli subentrò nella titolarità della cattedra di Parma il dottore in scienze Giorgio Jan, di origine ungherese, chiamato dalla Duchessa Maria Luigia. Viaggiò a lungo in Italia e all'estero, arricchendo le sue collezioni di piante in erbario. A lui si deve fra l'altro, il ritrovamento sulle Grigne di una nuova specie alpina, la Silene elisabethae Jan. Nel 1842 Jan rinunciava alla cattedra di Parma per trasferirsi a Milano, dove pose le basi del famoso Museo Civico di cui nel 1845 fu nominato Direttore.
Nel frattempo alla cattedra di Parma e alla direzione dell'Orto Botanico era stato chiamato il dottor Giovanni Passerini. Medico, non per vocazione, egli si dedicò allo studio delle Scienze naturali e in particolare della Botanica. Con l'avvento di questi, la Botanica superò gli schemi classici della tassonomia e della floristica e prese un indirizzo più moderno, affrontando studi di anatomia e problemi di fisiologia e biologia. L'uso del microscopio diventerà sempre più indispensabile per l'osservazione diretta.
Passerini riorganizzò l'Orto Botanico seguendo il modello di De Candolle, v'impiantò un arboreto e curò un erbario fanerogamico ( a questo riguardo si deve ricordare il suo lavoro "Flora dei contorni di Parma" del 1852). Dedicò tutta la sua vita a studi fitopatologici che lo elevarono a fama internazionale. Rimangono classici anche i suoi studi sugli Afidi. Purtroppo la sua attività fu interrotta nel 1891 da una paralisi.
Dopo una breve supplenza del De Toni, nel 1893 la cattedra di Botanica fu coperta da Carlo Avetta. Egli si dedicò in particolar modo all'istologia e alla sistematica e continuò l'opera del Passerini integrando la "Flora del Parmense".
Dopo il suo collocamento a riposo nel 1935, la cattedra di Botanica e la direzione dell'Orto furono assegnati al suo allievo Francesco Lanzoni che si occupò prevalentemente di sistematica e apportò notevoli aggiornamenti alla "Flora del Parmense".
Alla sua morte, nel 1950, la direzione dell'Istituto ed Orto Botanico passò a Fausto Lona. La sua produzione scientifica spazia in vari campi della botanica sperimentale: la fisiologia, l'ecologia, la paleobotanica. Sotto la sua direzione l'Orto Botanico ha subito notevoli migliorie grazie anche ad ampliamenti edilizi delle serre. È stato creato un insieme di ambienti climaticamente controllati per lo studio del fotoperiodismo e termoperiodismo delle piante; una serra per piante alpine; una serra per piante tropicali e subtropicali. Anche le collezioni di piante vive dell'Orto sono state ulteriormente incrementate con l'introduzione di specie nuove.
Al suo collocamento fuori ruolo nel 1984, la direzione dell'Istituto ed Orto Botanico (dal 1992 Dipartimento di Biologia Evolutiva ed Orto Botanico) è stata assunta da Maria Bassi, attuale Direttore.

mercoledì 28 marzo 2007

Evita Peron

Evita Peron è stata una donna importante della storia argentina... vediamo perchè.


A mediodía anocheció Por Ramón Carrillo - Allá en la tierra santiagueña, en el viejo cementerio entre unas piedras dispersas se encontró hace tiempo una lápida con esta inscripción: Chaupi Punchaupi Tutayara. Según la leyenda, tales palabras se grabaron en la tumba de un príncipe hijo del sol, muerto en plena juventud, mereciendo en grado sumo el cariño de sus súbditos: la inscripción quiere decir sencillamente "A mediodía anocheció". Acabo de recordar la frase ahora, el corazón oprimido por la angustia ante el destino de EVA PERON. Destino misterioso y profundo el de esta mujer que entró en la inmortalidad como una princesa del sol. El mediodía es la plenitud del día. Sol alto y esplendoroso derramando su fuerza creadora, haciendo brotar de las entrañas de la tierra el máximo de las potencias que en ella se encierra.
Así EVA PERON, asciende en breves años hasta el ápice de su mediodía y con cariño inconmensurable por la humanidad doliente de su patria y de más allá de la patria derrama el conjunto increíble de sus obras y acciones, todas ellas enderezadas al mismo fin: La felicidad de los más humildes, de los más olvidados, de los más desgraciados; también a su conjuro, mediante su fuerza sin limites físicos, aquilatado por un sufrimiento tremendo, EVA PERON transforma al lado de su Líder y el nuestro la fisonomía y la esencia del pueblo argentino.
Los niños, los ancianos, las mujeres, los obreros, los enfermos de la carne y el alma, los rebeldes, los sin paz interior, los escépticos, los desesperanzados, los señalados por los aciagos signos del infortunio, reciben el amor de EVA PERON hecho creaciones que perdurarán mientras perdure la vida de los pueblos. Transcurrirá tal vez mucho tiempo para valorar las gigantescas y universales dimensiones del espíritu de EVA PERON que ahora la contemplamos sólo como un hecho nacional e histórico. Quienes hemos tenido el honor de trabajar cerca de ella sabemos que era imposible substraerse al influjo inextinguible de EVA PERON, a su singularísima captación de las necesidades del pueblo, las permanentes y las circunstanciales, a su magnético dinamismo, a su fortaleza realizadora. Subía su vida, como el sol a mediodía. Y ahora también comprendemos por qué para ella no hubo pausa en la lucha, ni reposo alguno, ni baladí entretenimiento, ni un paso atrás ante los obstáculos de la incomprensión, de la mala fe, y hasta de la hostilidad que surgían ante ella, como surgen siempre ante los visionarios porque su personalidad evade el orden común. Su fiebre de amor por el pueblo era contagiosa; emanaba de ella y transcurría por todos los canales de la vida argentina, haciendo surgir de la nada, esas realidades que se llaman FUNDACION EVA PERON. Ciudades Infantiles, Hogares-Escuelas, Ciudades Estudiantiles, Hogares de Tránsito, Hogares de Ancianos, Policlínicos, Escuela de Enfermeras y también la ayuda oportuna al sumergido para dignificarlo; la participación femenina en la vida política, social y gremial de la Nación incluso económica con su plan agrario todo en fin, lo que recibe hoy en beneficio el pueblo de la patria; este pueblo que antes jamás, entregó a nadie su corazón y que ahora lo ha encerrado en un solo nombre: EVITA. Y al mediodía anocheció. Belleza, juventud, satisfacciones, descanso, todo ofrendó EVA PERON en aras de su amor por el pueblo, generado en su amor al Líder, compañero, guía y esposo. Sobre ella anocheció. Pero la hermosura del destino de EVA PERON, es la hermosura del bien. Y lo impresionante de esta noche humana que nos atribula a todos los argentinos como la pérdida de algo propio, se compensa apenas con el convencimiento absoluto de que, hoy, mañana y siempre, EVA PERON vivirá en el amor de los humildes que son los elegidos de Dios y por eso Dios la recibirá en su seno entre el canto de los ángeles.

Tango e sonno


E' iniziata la primavera! E la carenza cronica di sonno di cui soffriamo noi tangheri (quanti di noi rinunciano alle ultime tande della serata per dormire un'ora in pù la notte, pochi temo) si soffre più del solito...
Da quando ho iniziato a ballare il tango la mia vita si è trasformata. Da persona con abitudini "normali" ho iniziato ad andare a letto sempre più tardi la notte, e, desolatamente, a svegliarmi sempre alla solita ora al mattino. Sembra che il mio orologio biologico non recepisca l'ordine di dormire di più... sig...
Quanti di voi hanno cambiato le loro abitudini notturne con il tango?
E quanti hanno sonno in questi giorni?

Legge di Murphy n 6 (By Graziella e Marina)

Se la tua amica ti avvisa di non ballare con un tizio che l'ha traumatizzata, nel momento in cui ti girerai, immediatamente dopo, lo troverai davanti a te che ti invita.

martedì 27 marzo 2007

Tango Terapia - Introduzione

Premessa di Pietro (l'avevo dimenticata e me ne scuso):
Il libro TANGO TERAPIA di Federico Trossero (Rosario, Argentina), psichiatra e psicanalista, docente universitario, è stato pubblicato lo scorso agosto 2006.
Ritengo doveroso, da parte mia, precisare che, sebbene io l'abbia letto con interesse perché mi pareva "nuovo" nel suo genere, perché ne condivido in buona parte la "filosofia", e perché lo scambio di opinioni sui benefici del ballo di coppia, tra il sottoscritto e Federico Trossero, era iniziato 3 anni fa dopo che avevo pubblicato un articolo (niente di speciale) nel quale descrivevo una mia esperienza personale ed esprimevo alcune mie considerazioni/intuizioni (alcune son contenute nel libro), non è mia intenzione pubblicizzare il libro, in modo occulto né esplicito ed, ancor meno, propagandare, sic et sempliciter, la tango terapia quale panacea per vincere lo stress e il malessere/disagio esistenziale, nelle varie forme in cui si manifesta, purtroppo, oggigiorno. Eppoi, di "esperti", con tanto di soluzioni in tasca "per tutto e tutti", ne sentiamo a iosa, tutti i giorni. Ciò non toglie, penso, che una visione del tango avvalorata da argomentazioni (argomentazioni, non verità conclamate) e dati scientifici recenti possa risultare di qualche interesse per capire meglio "come funzioniamo". :-)
Pietro


Introduzione
Quando cominciai a pensare al compito di racchiudere in un libro la mia esperienza con la tango-terapia, mi son chiesto, di pari passo, quale fosse la forma migliore per mettere sulla carta un fenomeno tanto complesso e denso di significati, che si esprimono al di là delle stesse parole, e di grandezza e precisione tali, da poter essere compreso senza mediare il linguaggio orale o scritto.....
.....Nel mio ruolo di medico, avendo realizzato la mia formazione professionale nel campo della salute mentale (psichiatria clinica) psichiatria biologica, psicoterapia e psicoanalisi, ho intrapreso la terapia di alcuni pazienti, partendo da una concezione ampia ed integrativa, con uno strumento davvero nobile, ben stagionato e proprio della nostra cultura urbana e popolare: il tango, quale cuneo d'accesso alla struttura di qualsiasi personalità ossidata e, come è auspicabile in ogni psicoterapia, quale innesto per introdurre nuovi elementi. E’ stato necessario, data la complessità della risorsa terapeutica proposta, integrarla con punti concettuali provenienti da diverse discipline per costruire una teoria ed una tecnica che permettessero l'approccio di pazienti tramite la tango terapia.....

.....Come ballerino di tango e milonguero, ho avuto modo di sperimentare ed apprezzare il potenziale espressivo di questo ballo tanto speciale, che racchiude un “senso” correlato alla personalità globale di chi lo balla......

.....Perché ballare? Per chi ballare? Questi quesiti ci avvicinano ad un tema del quale si è parlato e dibattuto moltissimo e, personalmente, sono dell’avviso che si balli partendo dalla propria intimità, in intimità col partner di ballo e con l'insieme di coppie coinvolte nell'ambito della milonga (milonga: locale in cui si balla il tango)......

.....La mia proposta di tango terapia è il ballare in un compromesso intimo con la nostra interiorità ed in comunicazione col partner ed il gruppo nel “salòn”, considerando prioritari gli effetti ludici, plastici, creativi ed espressivi che si acquisiscono ballando. Ciò non toglie che qualcuno gusti il “piacere e mostrarsi” ed essere, perciò, ammirato e complimentato ("La bellezza è quel mistero stupendo che né la psicologia né la retorica possono decifrare" 3. L. Borges) ma non si giunge al nocciolo della questione, salvo in certe patologie. Quando la tensione alla perfezione toglie spazio alla creatività, all'espressività e al piacere, ci perdiamo la parte migliore del tango, gettando a mare la possibilità di offrire a noi stessi la parte più ricca di questa danza.....

.....Questo tango, che s’ascrive nella cultura e, al tempo stesso, né è determinato, implica una rappresentazione simbolica della storia di alcune generazioni in Argentina. Ritengo che esista la codifica di una pratica sociale che s’antepone a qualunque sviluppo teorico della tango-terapia e che, in qualche modo, marca con forza questi sviluppi.....

.....Questo tango c'insegna la vita. E questa vita che c'insegna il suo tango....."

(da Tango Terapia, Federico Trossero)

Adorni

Io continuo con la serie degli adorni, ma solo se non ci lasciamo demoralizzare dalla velocità di questa ballerina!

Scivolata di fuoco

Che uomo troviamo che ci faccia ballare così?

E' più creativo l'individuo o il gruppo?

Non è possibile dare una risposta definitiva: la produttività e l'efficacia del processo creativo variano da persona a persona, da gruppo a gruppo.
Tuttavia:
Il L'impegno individuale appare più produttivo per generare idee stravaganti ed innovative, per schiudere nuovi percorsi e modalità. Il singolo pensatore sembra infatti più paziente e costante nell'elaborare concetti, all'apparenza assurdi, fino ad elaborarli in una forma funzionale e realizzabile. Una scarsa disponibilità di tempo suggerisce, a volte, di assegnare ad una singola persona anche la selezione delle proposte o la loro presentazione a potenziali destinatari.
Il ricorso al gruppo è particolarmente efficiente per analizzare, in modo creativo, problemi complessi o per approfondire, completare e perfezionare idee innovative. La pluralità di prospettive e di punti di vista rappresenta una delle risorse più preziose e permette al gruppo di moltiplicare le energie ed i risultati.

lunedì 26 marzo 2007

Rosa fresca aulentissima .........

Le violette di Aurora mi fanno tornare in mente ricordi liceali... Gustatevi questo....

CIELO D'ALCAMO

Contrasto

Il Contrasto è un'opera di un autore vissuto verosimilmente alla corte palermitana di Federico II nella prima metà del 13° sec. E' un'opera giullaresca ritenuta per lungo tempo di origine popolare, ma in realtà di autore colto e di classe sociale elevata. Il componimento è centrato sulle battute di un reciproco corteggiamento fra un amante e la sua donna, fino alla felice conclusione
dell'ironico contrasto.

"Rosa fresca aulentissima ch' apari inver' la state
le donne ti disiano pulzell' e maritate:
tràgemi d'este focora, se t'este a bolontate;
per te non ajo abento notte e dia,
penzando pur di voi, madonna mia."
"Se di meve trabàgliti follia lo ti fa fare.
Lo mar potresti arompere, a venti asemenare
l'abére d'esto secolo tutto quanto asembrare:
avere me non pòteri a esto monno;
avanti li cavelli m'aritonno."
"Se li cavelli artonniti, avanti foss'io morto,
ca'n issi sì mi pèrdera lo solaccio e 'l diporto.
Quando ci passo e véjoti, rosa fresca de l'orto,
bono conforto donimi tuttore:
poniamo che s'ajunga il nostro amore."
"Ke 'l nostro amore ajùngasi, non boglio m'atalenti:
se ci ti trova pàremo cogli altri miei parenti.
guarda non t'arigolgano questi forti correnti.
Como ti seppe bona la venuta,
consiglio che ti guardi a la partuta."
"Se i tuoi parenti tròvanmi, e che mi pozzon fare?
Una difensa mèttoci di dumili' agostari,
non mi toccara pàdreto per quanto avere ha 'n Bari.
Viva lo 'mperadore, grazi' a Deo!
Intendi, bella, quel che ti dico eo?"
"Tu me no lasci vivere né sera né maitino.
Donna mi so' di pèrperi, d'auro massamotino.
Se tanto aver donàssemi quanto ha lo Saladino
e per ajunta quant'ha lo soldano
toccare me non pòteri a la mano."
"Molte sono le femine c'hanno dura la testa,
e l'omo con parabole l'adìmina e amonesta:
tanto intorno procàzzala fin che l'ha in sua podesta.
Femina d'omo non si può tenere:
guàrdati, bella, pur de ripentere."
"K'eo ne pur ripentésseme? davanti foss'io aucisa
ca nulla bona femina per me fosse ripresa!
Aersera passàstici, correnno a la distesa.
Aquìstati riposa, canzoneri:
le tue parole a me non piaccion gueri."
"Quante sono le schiantora che m'ha' mise a lo core,
e solo purpenzànnome la dia quanno vo fore!
Femina d'esto secolo tanto non amai ancore
quant'amo teve, rosa invidïata:
ben credo che mi fosti distinata."
Se distinata fósseti, caderia de l'altezze,
ché male messe fòrano in teve mie bellezze.
Se tut[t]o adivenìssemi, tagliàrami le trezze,
e consore m'arenno a una magione,
avanti che m'artoc[c]hi 'n la persone."
"Se tu consore arènneti, donna col viso cleri,
a lo mostero vènoci e rènnomi confleri:
per tanta prova vencerti fàralo volonteri.
Conteco stao la sera e lo maitino:
besogn'è ch'io ti tenga al meo dimino."
"Boimè tapina misera, com'ao reo distinato!
Gesò Cristo l'altissimo del tut[t]o m'è airato:
concepìstimi a abàttare in omo blestemiato.
Cerca la terra ch'este gran[n]e assai,
chiù bella donna di me troverai."
"Cercat'ajo Calabr[ï]a, Toscana e Lombardia,
Puglia, Costantinopoli, Genoa, Pisa e Soria,
Lamagna e Babilonïa [e] tut[t]a Barberia:
donna non [ci] trovai tanto cortese,
per che sovrana di meve te prese."
"Poi tanto trabagliàsti[ti], fac[c]ioti meo pregheri
che tu vadi adomàn[n]imi a mia mare e a mon peri.
Se dare mi ti degnano, menami a lo mosteri,
e sposami davanti da la jente;
e poi farò le tue comannamente."
"Di ciò che dici, vìtama, neiente non ti bale,
ca de le tuo parabole fatto n'ho ponti e scale.
Penne penzasti met[t]ere, sonti cadute l'ale;
e dato t'ajo la bolta sot[t]ana.
Dunque, se po[t]i, tèniti villana."
"En paura non met[t]ermi di nullo manganiello:
istòmi 'n esta grorïa d'esto forte castiello;
prezzo le tue parabole meno che d'un zitello.
Se tu no levi e va'tine di quaci,
se tu ci fosse morto, ben mi chiaci. "
"Dunque vor[r]esti, vìtama, ca per te fosse strutto?
Se morto essere déb[b]oci od intagliato tut[t]o,
di quaci non mi mòs[s]era se non ai' de lo frutto
lo quale stäo ne lo tuo jardino:disïolo la sera e lo matino."
"Di quel frutto non àb[b]ero conti né cabalieri;
molto lo disïa[ro]no marchesi e justizieri,
avere no'nde pòttero: gìro'nde molto feri.
Intendi bene ciò che bol[io] dire?
Men'este di mill'onze lo tuo abere."
"Molti so' li garofani, ma non che salma 'nd'ài:
bella, non dispregiàremi s'avanti non m'assai.
Se vento è in proda e gìrasi e giungeti a le prai,
arimembrare t'ao [e]ste parole,
ca de[n]tr'a 'sta animella assai mi dole."
"Macara se dolés[s]eti che cadesse angosciato:
la gente ci cor[r]es[s]oro da traverso e da llato;
tut[t]'a meve dicessono: 'Acor[r]i esto malnato'!
Non ti degnara porgere la mano
per quanto avere ha 'l papa e lo soldano."
"Deo lo volesse, vitama, te fosse morto in casa!
L'arma n'anderia cònsola, ca dì e notte pantasa.
La jente ti chiamàrano: 'Oi perjura malvasa,
c'ha' morto l'omo in càsata, traìta!'
Sanz'on[n]i colpo lèvimi la vita."
"Se tu no levi e va'tine co la maladizione,
li frati miei ti trovano dentro chissa magione.
[...] be×llo mi sof[f ]ero pèrdici la persone,
ca meve se' venuto a sormonare;
parente néd amico non t'ha aitare."
"A meve non aìtano amici né parenti:
istrani' mi so', càrama, enfra esta bona jente.
Or fa un anno, vìtama, che 'ntrata mi se' ['n] mente.
Di canno ti vististi lo maiuto,
bella, da quello jorno so' feruto."
"Di tanno 'namoràstiti, [tu] Iuda lo traìto,
como se fosse porpore, iscarlato o sciamito?
S'a le Va[n]gele jùrimi che mi sï' a marito,
avere me non pòter'a esto monno:
avanti in mare [j]ìt[t]omi al perfonno."
"Se tu nel mare gìt[t]iti, donna cortese e fina,
dereto mi ti mìsera per tut[t]a la marina,
[e da] poi c'anegàs[s]eti, trobàrati a la rena
solo per questa cosa adimpretare:
conteco m'ajo a[g]giungere a pec[c]are."
"Segnomi in Patre e 'n Filïo ed i[n] santo Mat[t]eo:
so ca non se' tu retico [o] figlio di giudeo,
e cotale parabole non udi' dire anch'eo.
Morta si [è] la femina a lo 'ntutto,
pèrdeci lo saboro e lo disdotto."
"Bene lo saccio, càrama: altro non pozzo fare.
Se quisso non arcòmplimi, làssone lo cantare.
Fallo, mia donna, plàzzati, ché bene lo puoi fare.
Ancora tu non m'ami, molto t'amo,
sì m'ai preso come lo pesce a l'amo."
"Sazzo che m'ami, [e] àmoti di core paladino.
Lèvati suso e vatene, tornaci a lo matino.
Se ciò che dico fàcemi, di bon cor t'amo e fino.
Quisso t'[ad]imprometto sanza faglia:
te' la mia fede che m'hai in tua baglia."
"Per zo che dici, càrama, neiente non mi movo.
Inanti pren[n]i e scànnami: tolli esto cortel novo.
Esto fatto far pòtesi inanti scalfi un uovo.
Arcompli mi' talento, [a]mica bella,
ché l'arma co lo core mi si 'nfella."
"Ben sazzo, l'arma dòleti, com'omo ch'ave arsura.
Esto fatto non pòtesi per null'altra misura:
se non ha' le Vangel[ï]e, che mo ti dico 'Jura',
avere me non puoi in tua podesta;
inanti pren[n]i e tagliami la testa."
"Le Vangel[ï]e, càrama? ch'io le porto in seno:
a lo mostero présile (non ci era lo patrino).
Sovr'esto libro jùroti mai non ti vegno meno.
Arcompli mi' talento in caritate,
ché l'arma me ne sta in sut[t]ilitate."
"Meo sire, poi juràstími, eo tut[t]a quanta incenno.
Sono a la tua presenz[ï]a, da voi non mi difenno.
S'eo minespreso àjoti, merzé, a voi m'arenno.
A lo letto ne gimo a la bon'ora,
ché chissa cosa n'è data in ventura."

Sarà stato un tango ??? ;)

La violetta di Parma

La Violetta
Ogni primavera è immancabilmente accompagnata dal delizioso profumo delle violette. Un profumo dolce, caldo e romantico, che ci offre la sensazione dell`arrivo di una stagione migliore. La violetta appartiene alla famiglia delle violacee, la quale comprende circa 400 specie; tra le specie più comuni troviamo la profumatissima viola mammola o violetta di Parma, dai cui fiori viene estratto l`omonimo profumo. L`origine di questa pianta e` ancora, in parte, misteriosa: non si sa se sia stata portata in Europa dal Nord Africa o dall`Est, anche se sappiamo con certezza che deve essere nata in zone con un clima temperato perché molto sensibile al freddo. Nel XVIII secolo i Borboni la fanno arrivare a Napoli dal Portogallo; in seguito vari uomini, amanti di questa violetta, la portano da Napoli a Parma, Udine e altre città italiane. Sono i Francesi a chiamarla "Violetta di Parma". Le varietà di Violetta di Parma oggi sono tante. Il fiore, solitamente doppio, è composto da 5 petali, e varia nel colore dal quasi bianco della varietà COMTE DE BRAZZA al viola intenso della MARIE LOIUSE ,facilmente riconoscibile grazie ai piccoli puntini rossi contenuti al suo interno e alla fragranza particolarmente intensa. La foglia cuoriforme è grossa e lucida. L`altezza solitamente non supera i 10 cm ed e` facile trovarla nei boschi e nelle zone umide. La coltivazione della viola in condizioni protette contribuisce ad aumentare sia la dimensione del fiore, sia l`intensità del profumo e del colore. Dalla sua introduzione in Europa, e in risposta alle esigenze della moda di fornire, sia il fiore che la sua essenza, ne sono state prodotte molte varietà. La varietà DUCHESS DE PARMA ha sempre un profumo molto intenso ma una colorazione più lilla. Diverse sono le varietà alle quali è stato assegnato un nome in omaggio a Maria Luigia, seconda moglie di Napoleone e Duchessa di Parma. Già durante il suo soggiorno parigino, ci sono testimonianze che Maria Luigia avesse una predilizione particolare per questo fiore, già allora coltivato nei pressi di San Cloud. Arrivando a Parma, Maria Luigia ha potuto coltivare e promuovere la fama di questo suo fiore. La varietà PARME DE TOULOUSE è probabilmente l`erede di quel fiore originariamente coltivato per essere utilizzato nell`arte profumiera, da sempre molto importante in Francia, in particolare nella zona di Grasse. Anch`essa ha un fiore di colore viola e una fragranza particolarmente intensa.

L`ARTE PROFUMIERE
Da secoli le Violette sono state impegnate nell`arte profumiere. Gli Arabi furono i primi a distillare il prezioso olio essenziale. Si riteneva che il profumo della Violetta desse sollievo e rendesse più robusto il cuore. I costituenti profumati si trovano sia nelle foglie che nei petali. L`olio essenziale delle foglie è di colore verde con un aroma deciso mentre quello delle foglie è un colore giallo verde con un aroma floreale ricco e dolce. L`utilizzo di questo fiore nella produzione di profumo fu imponente non solo in Francia ma anche in Inghilterra e Italia. La Regina Vittoria ordinò la coltivazione di circa 3000 vasi nelle serre del Castello di Windsor; allora era molto alla moda non solo profumarsi di viole ma anche avere un mazzetto di viole fresche all`occhiello.
NELL`ARTE
"To throw a perfume on the violet, Is wasteful and riduculous excess" (William Shakespeare)(gettare del profumo sulla violetta è uno sprecco e un assurdo eccesso" Influenzato dalla moda dell`epoca Oscar Wilde, conosciuto anche per la sua eleganza, fa spesso riferimento alla Violetta di Parma. In particolare la prima frase del capitolo 15 del Ritratto di Dorian Gray "That evening, at eight-thirty, exquisitely dressed and wearing a large button-hole of Parma violets, Dorian Gray was ushered into Lady Narborough`s drawing-room by bowing servants." (Quella sera, alle otto e trenta, impeccabilmente vestito e con un grande mazzo di violette nell`occhiello, Dorian Gray fu fatto entrare nel salotto di Lady Narborough da inservienti inchinati.)Manet in uno splendido dipinto rese omaggio con un mazzo di viole a una delle sue modelle predilette, Mlle. Berthe. Il piccolo quadro raffigura anche un ventaglio rosso e un biglietto piegato indirizzato a "Mlle. Berthe,". PARMA VIOLETS - e anche il nome di un gruppo rock inglese
VIOLETTA E SALUTE
Ha una lunga tradizione nelle varie forme di medicina tradizionale. Contiene anche l`acido salicilico e per questo diventa un sostituto naturale per l`aspirina. Attualmente, viene elencato nella Farmacopea Britannica delle erbe come rimedio specifico per acne ed eruzioni cutanee. L`infuso e il decotto delle foglie può essere utilizzato per decongestionare le vie respiratorie, per la tosse e per la bronchite. Lo sciroppo ha un`azione purgante e lassativa particolarmente adatta ai bambini. Le compresse imbevute nel decotto o preparate con la polpa della radice bollita hanno un`azione anti-infiammatoria ed e` utilizzata per ragadi, scottature e contusioni. Delle 120 specie di violette che si trovano in Cina, circa 30 varietà sono utilizzate nei libri di medicina tradizionale cinese"
LA VIOLETTA IN CUCINA
Già i Greci e i Romani bevevano un vino prodotto dalle viole. I Greci le usavano nelle pozioni d`amore e le consideravano i fiori della fertilità. Oggi il termine "Violetta di Parma" viene usato per descrivere le note gustative non solo del vino ma anche di whisky e birra.Sia i fiori che le foglie sono commestibili. La vitamina C contenuta in una mezza tazza di fiori è 3 volte maggiore a quella contenuta in quattro arance. Anche le foglie sono ricche di vitamina A, C e ferro.Raccogliere i fiori con circa 5mm di stelo. Dopo averli risciacquati sotto l`acqua lasciare i fiori in ammollo in acqua fresca per circa 15 minuti. Togliere l`eccesso d`acqua e conservare separatamente i fiori dalle foglie in un contenitore di plastica in frigo.Provate a preparare i FIORI DI VIOLETTA CANDITI. Preparate una soluzione satura di acqua e zucchero bollendola fino a ottenere uno sciroppo denso. Immergete i fiori di violetta, ripescateli e lasciateli asciugare. Ripetete una seconda volta l`operazione e infine poneteli in forno a calore moderato per qualche minuto. Possono essere usati per decorare torte e cioccolatini o semplicemente serviti con il caffè come raffinato dopo pasto. In cucina si possono impiegare le foglie più tenere per arricchire insalate miste a base di spinaci, valeriana e radicchi. Il tutto guarnito con i fiori!

domenica 25 marzo 2007

Arte e Tango

Una cultura nata da un forte rapporto simbiotico con la tradizione, la concezione individuale e sociale...
di Antonella Iozzo

L’arte di riconoscere la poetica della cultura argentina attraverso le radici del tango, apre nuovi orizzonti a contaminazioni di linguaggio tra pittura e musica.Un equilibrio di sintesi artistica per una rilettura originale, autentica e audace del pianeta Tango, ispiratami dalla sensibilità e dall’intraprendenza di Raffaella, alla quale dedico questo lavoro.S’insinua fra corpo e mente, seduce nell’anima e trasporta il flusso emozionale nella danza dei colori, nel movimento dei segni, nel ritmo ossessivo di una musica che interagisce con lo spirito. E’ il tango argentino, apoteosi di sensualità, nella libera espressione di corpi fluttuanti tra note ribattute e ritmi serrati. Una musica che ci porta lontano, in terre infuocate dalla passione e in luoghi dove il sincronismo dei passi a due, si protrae al di fuori del tempo e dentro le pulsazioni di una quotidianità dal sapore struggente. -->
Tango e pittura, esprimono l’identità di un paese sospeso fra profondi contrasti sociali e simmetriche analogie con le proprie origini autoctone, un racconto, dell’arte nel tango e del tango nell’arte di vivere la propria anima latina. Un percorso estetico e musicologico che scandaglia la realtà e ne ricostruisce la struttura connettiva, con gli strumenti più consoni per esplorare e riportare in superficie l’essenza di un modo di vivere.Colori e note in un reportage alternativo che assume toni narrativi, ma può, anche essere letto, come approfondimento ragionato sulla diversità intellettuale di un Paese dai confini labili. Una cultura nata da un forte rapporto simbiotico con la tradizione, la concezione individuale e sociale, l’ostentata modernità e il riflesso di un futuro che avanza ma che rimane, comunque lontano.
La pittura e la musica, quindi, per un’indagine introspettiva orientata verso una verità storica intima e caratteriale e per restituire al tempo, in senso metafisico, il suo valore e il suo potere di attingere dal passato per vivere nel presente.Il tango è una concezione di vita, è l’espressione socio – culturale di una terra, un pensiero, una simultaneità di suoni, forme e colori dell’interpretazione di musicisti come Astor Piazzola, Julio Roca, F. y J. De Caro, G. Matos Rodríguez e di pittori come Isabel Carafi, Giovanni Koralli, Sonia Delaunay, solo per citarne alcuni. Stilemi incastonati tra le movenze di una danza carica di significati simbolici e una pittura densa e pastosa, che traccia sulla tela la biografia di un pensiero musicale ancorato alle radici “ dell’essere argentino “.
L’arte e i suoi percorsi ci conducono in un giro armonico dove contaminazioni e accostamenti singolari confluiscono nella spirale del desiderio. Pittura e musica in un dualismo cromatico dai timbri forti e dalle modulazioni risolte in un’astrazione materica. E’ questa l’emozione del tango, trasfigurata da Sonia Delaunay. Sonorità impetuose sulla tela, immagini in movimento tra suggestivi accordi musicali. Spazi mentali trattenuti in un turbinio di corpi volteggianti e nell’ordine geometrico di forme concentriche, dove il movimento si fa cerchio, quadrato, rettangolo, scalfito nella luce e nel colore.La pittura è dinamica, sospesa in forme coreografiche dall’intensità trattenuta in sfumature cadenzate.Il colore, protagonista assoluto sulla tela come dentro la materia, si scioglie in vibrazioni e in contrasti lirici, tutto, diviene interazione di forme in movimento visivo dalla forte percezione sensoriale. Sensazioni che si materializzano nelle figure di Isabel Carafi, cromatismo ricco, tono solare e taglio espressionista, per una sintesi dal forte impatto comunicativo. Ballerini persi nella leggerezza onirica, movenze provocanti in sfondi irreali, donne complici di una gestualità che rimanda alla pulsione vitale dell’Argentina.
I colori brillanti, la plasticità dei volumi, il magma materico lentamente si staccano dai dipinti e dilagano tra le pagine musicali, tra le variazioni tematiche di melodie imbevute di spiritualità. Divengono tappeto sonoro caldo e avvolgente come il velluto, per acquistare spessore e valenza nelle composizioni orchestrali che hanno fatto la storia del tango. Il Tango possiede una nobile tradizione musicale da ricercare nella poetica dei compositori "colti", come l'indimenticabile Astor Piazzolla. Nella sua musica i ritmi sincopati si fondono magnificamente con le sonorità dell’orchestra sinfonica del '900.L’amatissimo Concerto per Bandoneon (strumento simile alla Fisarmonica, ma con tastiera esclusivamente a bottoni, inventato nel 1840 dal tedesco Band e divenuto subito popolarissimo in Argentina) esprime al meglio tale sintesi, generando la “ musica classica argentina”.
Una musica paragonabile a quella dei compositori legati alla matrice folklorica del loro paese d'origine (Bartok, tanto per dirne uno) e che ha fatto del tango, il ballo più amato del mondo insieme al valzer. Il "Nuevo Tango", quello di Astor Piazzolla, ha una struttura musicale innovativa: dissonanze, improvvisazioni, struggenti e raffinate melodie, rocamboleschi fraseggi bruscamente troncati da dolcissime sospensioni, passioni intense e risoluzioni appassionate.Strumenti espressivi estrapolati dalla musica "colta" e dal jazz. Negli anni 60/70, il "Tango Nuevo" viaggia fra New York e Buenos Aires e poi per tutto il mondo, diffondendosi nei teatri e nelle sale da concerto come fenomeno musicale e cultura internazionale.Al nome di Piazzola si aggiungono quelli di Francisco Canaro, Jose Maria Anguillar, Julio Roca, F. y J. De Caro, G. Matos Rodríguez, con la sua famosissima “La Cumparsita“ e tanti tanti altri. Partiture come piccoli gioielli, perle incastonate in un labirinto scenografico di vitalità che esplode nella musica come nella pittura.
Le copertine di questi capolavori sono frammenti di sogni, stralci di vita, ironici disegni, tratti riassuntivi di una poetica fortemente espressiva e comunicativa. Copertine che non si limitano a contenere ma sono essi stessi arte, creatività pittorica come prologo a quella musicale. Artisti che evocano paesaggi, situazioni, emozioni della loro terra, una musicalita’ dipinta da Isabel Carafi con pennellate vivide, tinte decise e tratti dal sapore appassionato.Canzoni liriche sulla tela , immagini delle variazioni armoniche in una musica che lascia molto spazio all'improvvisazione del saxofono o della fisarmonica, a testimoniare l'apertura di Piazzolla verso il mondo jazzistico.La formazione classica, invece, caratterizza la sua produzione più malinconica e riflessiva, come le particolari armonie applicate a numerose fughe composte secondo il modello bachiano.Nel tango più di ogni altra musica, si riversa l’espressione mediterranea, culturale e storica di un popolo e di un paese. Il tango è sentimento, emozione, arte che divora il cielo, magma incandescente che infiamma i cuori, malinconia che si spegne nei toni smorzati di cromie materiche.
E’ "un pensiero triste che si suona", parafrasando Discepolo, ma anche teatralità di un mondo che nelle sonorità di tale musica libera la sua essenza e dipinge la vita.Un mondo che troviamo racchiuso nel preciso equilibrio dal sapore surreale di "Maria de Buenos Aires" prima ed unica "operita de Tango" che il musicista compose, eseguita per la prima volta nel 1968.In poco meno di due ore di musica, danza e recitazione, ritroviamo tutta l'atmosfera dell'ideale artistico piazzolliano, articolato nella precisa, schematica struttura drammaturgica e rispecchiato in quella nebbia fascinosa di rimandi che tratteggiano i testi di Horacio Ferrer.Il teatro diviene proscenio di una vita riflessa nella forza coreografica della danza. Forma e corpo in trame sonore dove la melodia avanza e gli accordi sfumano in variazioni sugli stilemi socio – culturali dell’Argentina. Un intrigo d’emozioni nell’ordine ritmico di movimenti che seguono il pensiero, rimangano trattenuti nella spazialità della mente ed esplodono nella libertà espressiva del tango. Teatro, musica, danza e pittura, forza narrante, sincronismo ritmico, passione cadenzata, magma materico, per un frammento di storia a due voci: ragione e sentimento ……………… nell’arte del tango.
Aprile 2005 di Antonella Iozzo

Il Tango per "Lui"

Mi sembrava carino quindi ve lo propongo da sito "Tangoargentino"

Il Tango per me.
Agli albori la danza era uno strumento per innalzare la propria spiritualità e amalgamare l'anima all'universo; nei tempi, si sono aggiunti altri significati fino a divenire mera attività destinata all'esibizione della propria immagine.Negli ultimi anni vi e' un ritorno alla danza come strumento di corteggiamento e di comunicazione, infatti grazie alle eredità delle rivoluzioni degli anni '60 che hanno infuso la libera interpretazione della musica e grazie a tutta la negatività della società moderna che ha infuso insicurezze e frustrazioni, l'umana e continua ricerca del vero chiede nuovamente la definizione di standard che non violino la conquistata libertà interpretativa, ma esaltino le differenze, pur mantenendo delle convenzioni che fungono da cardini cui poggiarsi e poter librare quelle energie spirituali da tempo pregne di confusione ed anarchia.Le persone si avvicinano così di nuovo ai balli da sala: liscio, waltz, danze latino americane e anche tango argentino.
Ma il Tango ...

"Il Tango e' un'espressione diretta di qualcosa che il poeta ha spesso cercato di esprimere con parole: la credenza che una lotta potrebbe divenire una celebrazione" Jorge Luis Borges

Il Tango oltre ad offrire convenzioni offre la possibilità di battersi in un gioco cortese di latente seduzione a due dimensioni, ove l'obiettivo e' la ricerca di una sensazione di biunivoca unicità. Mentre i piedi scivolano silenti su di un piano ben levigato, gli animi irrequieti, si rincorrono cantando all'unisono l'inno celebrativo della complicità, passi sapienti esaltano la forza istintiva di un uomo e il profondo rispetto per una donna non debole, ma paziente. che segue silenziosa raccogliendo quell'energia per la mescita dei sentimenti.
Qualcuno definisce il tango un insieme di melodie struggenti, rapaci, estatiche, melanconiche; dire ciò che e', spetta a voi stessi con voi stessi.
Elvio

Il tango e'......

Il Tango è emozione (tristezza, dolore, nostalgia, struggimento... ma anche gioia, passione, calore...); il tango è colore (rosso, nero... un arcobaleno di colori...); il tango è movimento (sensuale, lento, cadenzato oppure aspro e percussivo...), il tango è corporeità ma anche spiritualità, il tango è...Libertà di stile, di mezzi e di espressione.

sabato 24 marzo 2007

Padre Lino

Quando sono arrivata in questa città per la prima volta, dopo qualche giorno ho iniziato a sentir parlare i parmigiani di Padre Lino: mi ero fatta l'idea che fosse un parroco di quartiere particolarmente amato.
Con mia profonda sorpresa, solo dopo qualche tempo ho scoperto che si trattava di un personaggio morto da tempo, ma che rimaneva vivo e presente nella vita quotidiana della città e dei suoi cittadini.
Penso che parlare di lui in questo blog aiuti a capire anche un pò il cuore di questa città. Perchè alla fin fine, non siamo solo ballerini di tango, ma persone che amano approfondire tanti contesti della loro vita. E la città in cui viviamo, che tanto ci dà, merita anche qualcosa in cambio. Per esempio, che si racconti di lei e delle persone che l'hanno creata per quello che è, dei sapori che la conpongono e dei profumi che la addolciscono.
Padre Lino
Biografia
Non era nato a Parma, eppure, forse mai nessuno come lui seppe conoscere l'animo dei parmigiani.
Entrava nelle case di tutti e da tutti riceveva confidenza: non era colto e godeva l'amicizia dei letterati; era povero ed era chiamato nelle case dei ricchi: per i poveri era un fratello, per i disperati una speranza.
Vi fu chi non capì il suo modo di agire, perché aveva qualcosa che lo distingueva dagli altri: la Carità. Una Carità sempre serena e festosa, che lo rese profeta e precursore di tempi nuovi.
Figlio di un funzionario statale dell'Impero Austro-Ungarico, il piccolo Alpinolo era nato a Spalato il 30 agosto 1866. Portava un nome francese: Maupas, perché il padre Giovanni discendeva da una nobile famiglia francese trapiantata in Dalmazia dall'occupazione napoleonica, ma si sentiva profondamente italiano. Sua madre, Rosa Marini, di Avezzano in Abruzzo, era stata attrice di talento e gli trasmise la gioia di vivere, la ricchezza interiore, l'amore per tutte le creature e la capacità di vedere il bene che si nasconde in ogni persona.
Compiuto il noviziato presso i Francescani di Capodistria, nel 1882 aveva vestito il saio, ma quattro anni dopo, terminati gli studi, per l'opposizione dei superiori a causa dei suoi sentimenti italiani, aveva lasciato il convento ed era tornato in famiglia. Arruolatosi nella Guardia di Finanza, ebbe un periodo di sbandamento che doveva lasciare nel suo animo le stimmate dell'amarezza, ma anche la comprensione per ogni forma di smarrimento.
Nel 1888, grazie al sostegno dello zio, Mons. Pietro Doimo, arcivescovo di Zara chiese di rientrare nell'ordine di San Francesco col nome di Frate Lino e, ripetuto il Noviziato, questa volta in Italia, nel convento di Fucecchio, in Toscana, veniva consacrato sacerdote a Rimini il 30 novembre del 1890. Si preparava alla missione in Albania, ma l'aggravarsi di un disturbo alla vista lo costringeva ad un intervento a Bologna e ad una lunga convalescenza.
Da qui, come guidato da una misteriosa mano, Padre Lino, dopo quasi due anni di permanenza nel convento di Cortemaggiore, il 18 giugno 1893 giunse ventisettenne nella città emiliana dove sarebbe rimasto per tutta la vita.
Parma, perduti i fasti e gli splendori di capitale del piccolo ducato padano, con l'Unità d'Italia era divenuta una semplice provincia del Regno, città fra le più agitate da contrasti sociali ed economici e fra le più afflitte dalla miseria dei suoi rioni popolari, regno dei pidocchi e della tubercolosi, della fame e della malavita.
Padre Lino giunse nella Parrocchia dell'Annunziata, situata al centro della zona povera dell'Oltretorrente, con l'incarico di Cappellano. Egli diventò in pochi anni, pur modesto e schivo, la figura più popolare della città.
Francescano autentico, era mosso da una immensa carità che lo spingeva quotidianamente al soccorso dei fratelli più bisognosi. Iniziò così la sua meticolosa, costante opera di ricerca, di accostamento dei poveri, degli ignoranti, dei bimbi, di chi era uscito dalle leggi del vivere civile.
Nominato cappellano del Carcere di San Francesco e quindi del Riformatorio minorile della certosa, si prodigò a favore dei bisognosi e dei disperati, rinunciando al cibo e al sonno per i suoi poveri e conducendo una vita che lo avrebbe ben presto portato ad una vecchiaia precoce.
Muore presso il Pastificio Barilla il 14 maggio 1924 mentre chiede la suo amico e benefattore Riccardo Barilla l'assunzione per un giovane disoccupato.
Il 25 luglio 1942 ha inizio presso la Curia vescovile di Parma il processo di beatificazione di Padre Lino, che nell'aprile 1999 viene dichiarato Venerabile.
Padre Lino e i bambini
Padre Lino amava profondamente i bambini e i giovani, e si adoperò in tutti i modi per accoglierli ed indirizzarli, memore della grande lezione evangelica. Nessuno potrà mai dire con esattezza quanti furono i bambini da lui raccolti per
strada o nei tuguri delle case: bambini appena nati, avvolti in luridi cenci, affamati, con la bocca sporca di latte. L'ultimo latte che la mamma aveva loro dato prima di abbandonarli.
Le pagine più belle della sua vita sono legate a storie di piccole creature innocenti.
"Una notte d'inverno una detenuta aveva appena partorito. Il freddo mordeva... Così Padre Lino infagotta il piccolo e, stringendolo al petto, passa di cancello in cancello, di guardia in guardia. Le strade sono deserte, i piedi scalzi sono trafitti dal gelo. Ma c'è una vita da salvare. Padre Lino sa dove dirigersi: bussa ad una casa di tolleranza: "Se non mi aiutate voi - sorelle - chi farà da madre a questa creatura, stanotte?" Le ragazze accetteranno e sceglieranno - per quella notte - di scaldare e vegliare l'innocente."
Un giorno portò in carcere un bimbo appena nato, nascosto nella tonaca, per accontentare il papà ansioso di vederlo... Non solo cibo, ma un autentico, smisurato amore per la persona, tutta intera, coi suoi bisogni e coi suoi sentimenti.
E quando troverà una partoriente in difficoltà malata di tubercolosi, senza pannolini e il necessario per accogliere la sua creatura, correrà in Convento e lo metterà a sacco e in sacrestia troverà amitti e purificatoi - solitamente usati per il servizio all'altare - che per una volta avvolgeranno una piccola, ma altrettanto sacra, nuova, creatura.
"Un giorno - ricorda Erminia Piccoli - l'ho visto in borgo della Trinità con un fagotto sotto il braccio. - Ma cos'ha Padre? Mi faccia vedere! - Oh, lascia stare, ho fretta, ho premura... - E ho sentito un bimbo che piangeva. Gli ho chiesto, - ma insomma Padre dove andate con quel bambino lì?- Eh, ha fame anche lui, vado a cercare del latte. Ho poi saputo che era andato in Comune e aveva messo il bimbo sul tavolo del Sindaco e gli aveva detto: - Io non posso certo allattarlo. Ci pensi lei!

Ulteriori informazioni su Padre Lino si possono trovare sul sito www.padrelino.it. Chiunque conosca qualche aneddoto sulla vita di Padre Lino è invitato a condividerlo con tutti!

Domenica di Tango a San Bartolomeo

Il merito di avermi coinvolto va a Brunella,alla sua intenzione di andare a S.Bartolomeo,località collinare appena fuori Reggio Emilia.Gli amici di Barrio de Tango hanno organizzato una milonga serale speciale in un bellissimo salone di un prestigioso Golf Club.
Ad impreziosire la serata la musica dal vivo del trio argentino Cuesta Arriba che stanno girando in questo momento per tutte le milonghe d'Italia.
Da tempo ero a conoscenza di questa festa ma più che di tango avrei avuto bisogno di riposo,il pomeriggio avevo lavorato, ma poi,visto che non andavo da solo..non potevo dire di no a Brunella!
Stavolta l'appuntamento era a Casalmaggiore.Entrambi in orario perfetto..con calma siamo arrivati,conversando naturalmente..di tango,quando il salone al secondo piano era già pieno di gente che veniva da RE naturalmente e da PR,MN,VR,MO,MI,PC (..ho intravisto Niky,ma non sono nemmeno riuscito a salutarlo..naturalmente colpa mia..ero sempre in pista ..).
Il pavimento era ottimo,l'unico problema...il caldo micidiale!!Non capisco perchè non sono state aperte più finestre.Se ci sarà una seconda volta bisognerà pensare ad una soluzione più accettabile.
A mettere musica il maestro Patricio Lolli.Non è stata una serata di grande energia comunque..musica più che accettabile.
I primi tanghi naturalmente con la mia accompagnatrice.Era un pò che non ballavo più con Brunella e devo dire che mi sono trovato molto meglio...tutti gli stages che ha fatto sono pur serviti a qualcosa.Anche lei..naturalmente contentissima!
Ho visto Aurora impaziente di ballare..e come l'ultima volta a Palazzo Gabbi abbiamo ballato con la musica dal vivo.Qui è andata molto meglio nel senso che i Cuesta fanno musica più ballabile anche se alla fine è stato comunque..impegnativo..ballare bene.Devo dire che mi sono piaciuto..si...e il merito va sicuramente alla ballerina,al suo abbraccio così caldo..al suo piacere così manifesto di ballare con me.Il suo ultimo pensiero...non permetterti più di far passare così tanto tempo prima di farti rivedereI...Sarà fatto !
Ripensandoci bene anch'io mi sono fermato..un pò di sosta l'ho fatta,in fila,aspettando di prendere da bere,giù,al piano terra.
Ho ritrovato una delle mie preferite di Reggio,la Robby.Con lei ho fatto due tande veramente belle..ormai ci conosciamo penso da almeno 5 anni,c'è una stima reciproca..che diventa ogni volta che balliamo insieme...sempre più profonda..e questo mi garba molto!(..come direbbe una cara amica pisana che conosco..)
In sala molte amiche e molte sconosciute...mi hanno un pò disorientato,avrei voluto ballare con tante di loro..ma non è stato possibile.Ho fatto un paio di inviti azzardati di cui poi mi sono pentito,ma fa parte del gioco e va bene così.
Con Brunella non mi sono pentito,abbiamo ballato con la musica del trio argentino durante la seconda parte della loro performance.
L'invito alla biondissima Barbara è stato per caso..galeotto è stato il caldo opprimente che ci ha fatto ritrovare davanti ad una finestra spalancata..
Lei è un'altra delle mie preferite..molto più alte di me,ma con cui mi trovo benissimo..e così è stato anche stavolta.
La serata stava finendo e non avevo ancora ballato con Mariella,ormai non doveva più essere in cassa..mi sono girato ed è entrata nella sala proprio in quel momento.Il caso?..forse solo la ballerina giusta con la musica giusta al momento giusto!Carpe diem ! Alla fine della seconda bellissima tanda..l'annuncio dell'ultima tanda della serata..la sua gentilezza nel chiedermi che se volevo ballare con un'altra potevo farlo e così ho reinvitato Brunella per l'ultima volta.
Due tanghi anche con lei e poi..la stessa cortesia nel suo...vai ad invitare un'altra,dai,non aspettare...
E così è stato...ho ballato La Cumparsita e l'ultimissimo pezzo di tango nuevo con Maria..l'ultima mia ballerina della serata a S.Bartolomeo..
Abbiamo fatto bene a venire,non è stata una cosa eccezionale ma pur sempre una bella serata...di tango..
Alle 2:10 eravamo davanti al Bifi Hotel,ormai a casa,per me,qualche km ancora per Brunella.La stanchezza sarebbe arrivata al risveglio..ma intanto era stata ancora un'altra notte di...tango.

buon tango a tutti
Vincenzo