venerdì 12 gennaio 2007

Associazionismo: utopia o realtà?

In questi giorni mi sono trovata diverse volte a riflettere sul concetto di associazionismo, per tentare di comprendere innanzi tutto a livello personale cosa mi muove nel far parte di una associazione, ed in secondo luogo per tentare di analizzare pregi e difetti di un ente collettivo organizzato come associazione rispetto ad altre realtà che potremmo definire commerciali.
Da un punto di vista personale so bene cosa mi muove: quando ho iniziato a ballare il tango non c'era una associazione a Parma. Il risultato era che l'ambiente del tango risultava diviso in tante scuole, e la socializzazione reciproca era affidata alle persone di buona volontà che volevano coinvolgere gli altri nella passione del ballo. Purtroppo, pur riconoscendo gli sforzi di quei soggetti che in pima persona e singolarmente si esponevano per accoglierci, il risultato era scarso e molto soggettivo, producendo comunque alcune storture. Ho ancora ricordo delle prime sere in cui andavo a ballare, e notavo tanti piccoli tavoli divisi a "scuole" o microgruppi, che nulla facevano per coinvolgermi o conoscermi.
E io avevo tanta voglia di conoscere e ballare, per approfondire questa passione che sentivo nascere..... ma talvolta mi sentivo rifiutata in automatico.
Purtroppo ho un enorme difetto: quando vedo qualcosa che non mi piace, tento di fare di tutto per modificarla.. e così ho fatto anche in questa situazione!
Ecco quindi che, grazie agli sforzi comuni, è nata Voglia di Tango, intorno ad un tavolo, tra pochi amici che hanno discusso una sera per trovare questo nome (meglio tacere le alternative).
Ecco quindi la voglia di cambiare le cose, ed è difficile spiegare quanto scalda il cuore vedere che le cose sono effettivamente cambiate! E' bello e gratificante vedere i nuovi principianti che si fermano a ballare in pista dalla prima lezione, che iniziano a girare per i locali e si sentono ben accolti. Altrettanto bello e gratificante è vedere le persone che già ballano da tempo che collaborano tutti insieme per ottenere questo, per stare sempre meglio loro con tutti gli altri.
Mercoledì ho parlato con un ragazzo che è venuta ad annusare la serata e l'ambiente per la prima volta, curioso di capire cos'è il tango.Mi ha detto "come si sta bene qui.. ci si sente ben accolti".
Questo è il segnale che, dopo tanti sforzi di tante persone diverse, le energie dirette verso un unico obiettivo producono dei risultati.

Ma ecco che ritrovo la differenza tra il mondo commerciale e quello associazionistico, nella differenza tra gli sforzi dei singoli e del gruppo, nella differenza di obiettivi.
Ricordate la storia della bacchetta che da sola può essere piegata o rotta, ma insieme alle altre diventa indistruttibile?
La stessa cosa avviene nella collaborazione di gruppo: se ci si unisce per produrre un risultato, ci si sente forti ed imbattibili perchè le scelte vengono condivise e discusse, e poi portate avanti tutti insieme.
Ed i risultati sono migliori, perchè frutto delle energie di tanti, non solo di una o due persone.
L'altra differenza tra i due mondi sta negli obiettivi. Il primo mondo mira al guadagno ed all'utilità personale. Il secondo mira a produrre dei risultati diversi, ulteriori, di investimento nella realtà, con un'ottica finanziaria ed economica sostanzialmente di pareggio.
Il primo mira all'utilità propria avverso quella degli altri, e facile gli è cadere in un'ottica di guerra reciproca e di lotta contro il mondo. Il secondo mira alla ricerca del consenso: cerca di vivere in pace con gli altri e collaborando con chi ha ottiche affini alla sua.
Il primo fa ricadere i costi su chi partecipa alle sue attività, il secondo mira alla tutela dei soci anche da un punto di vista economico, con risultati che riesce ad ottenere attraverso il lavoro gratuito, appassionato, di tante persone... che a cascata aumentano.
Vi sono certamente difetti del mondo associazionistico rispetto a quello commerciale. La ricerca del consenso universale è un'utopia, e le critiche fanno più male quando ci si mette la passione a fare quello che si fa.
Il mondo commerciale è decisamente più snello come dinamiche: è più facile scegliere e portare avanti le proprie idee separati dagli altri, senza cercare il consenso a tutti i costi.
Alla fine di questa riflessione, mi pongo il dubbio se un'associazione sia effetivamente valida nel mondo di oggi, oppure se ceda il passo come logiche ad altre realtà più snelle e di guadagno.
I risultati mi danno la risposta. Nonostante il prezzo delle scelte a livello personale, nonostante il tempo dedicato e perso per interessi propri, nonostante tutto, i risultati si vedono.
Spero.
E mi confortano nella scelta.
L'associazionismo è una realtà nella quale vale la pena di investire.
Per scelta personale.




1 commento:

Alessio ha detto...

I tuoi dubbi, Aurora, sull'efficacia della logica associazionista in un mondo ormai commercializzato all'eccesso ci stanno tutti... Ma mi permetto di aggiungere che a questa logica, ovvero quella di uomini e donne che stanno insieme in nome di un idale e di una passione comune e non della mera utilità personale, non ci sono alternative, almeno se si concepisce lo stare insieme così come io faccio. E la fatica quotidiana di trovare un accordo, di comprendersi, di collaborare non è null'altro se non la fatica del crescere assieme. Difficile, ma necessario...