Il cabeceo ...questo sconosciuto
Ho trovato un articolo di Pieraldo Vignazia sul Cabeceo.. bellissimo!
In Italia è invalso l’uso che nelle sale dove si balla il tango l’invito spetti all’uomo, che invita la donna in maniera diretta, andando al tavolo di lei a domandarle di ballare. Spesso, inoltre, i gruppi di appassionati che convergono in un salone da diverse provenienze mantengono separate le rispettive compagnie, riunendosi ciascuno vicino ai propri compagni. Tutto ciò porta ad una conseguenza: le donne, che spesso sono in maggioranza, sono poste nell’impossibilità totale di influire in qualsivoglia maniera sul momento decisivo dell’invito, e si vedono spesso signore o signorine fare tristemente tappezzeria per tutta la serata, senza che neppure sia stata loro data la possibilità di dimostrare le eventuali qualità di ballerine. Alcune, non si sa se più coraggiose o disperate, a un certo punto vanno direttamente ad invitare il ballerino che hanno prescelto, ma tale cosa è ritenuta di solito abbastanza sconveniente. E’ buffo vedere come in una situazione molto giovane, quale è quella del tango in Italia, si siano già instaurati dei comportamenti che tendono a divenire tradizione, senza che abbiano alcuna reale radice precedente, ma che solo scimmiottano le apparenze di alcuni luoghi comuni che del tango si continuano, malgrado tutto, a sussurrare. Per esempio, che il tango è “maschilista”, che nel tango la decisione è “dell’uomo”, che il tango è “sensuale” (il che nell’accezione italiana corrente significa “un po’ porcello”). Per questa ragione, per esempio, spesso nelle sale nostrane dove si balla il tango le luci sono tenute molto basse, quasi ad accentuare una “media luz” essenziale, direi quasi esistenziale, che deve evidenziare la scabrosità intrinseca di questo gioco adulto di seduzione, quale evidentemente è nella mente dei partecipanti.Ricordiamoci sempre che il tango di cui stiamo parlando usa musiche di orchestre argentine o uruguaye, le “letras” sono scritte in castellano, i maestri vengono dal Sudamerica (anche se ci sono insegnanti italiani, i quali però non hanno inventato niente, avendo imparato dai sudamericani): insomma, è tango “argentino”. E quindi ha anche il “suo” proprio modo di mettere insieme le coppie dei ballerini, un modo che (questo sì) si è sviluppato nel corso di più di un secolo, fondando una tradizione consolidata ed estremamente funzionale al tipo di ballo che il tango è. Ossia un ballo “sensuale”, il che non significa “porcello”, ma in cui si mettono in comunione con il partner i propri sentimenti e le proprie sensazioni, un ballo che favorisce la rotazione fra i partner, e, infine un ballo che non dà adito ad equivoci: il gioco finisce lì. Se qualcosa d’altro deve accadere, dovrà essere fuori dalla “milonga”, lontano da ogni possibile sguardo del pubblico. Altrimenti la milonga stessa si trasformerebbe in poco tempo in una bolgia di pettegolezzi, di malignità, di liti, rendendone impossibile il regolare svolgimento.Prima conseguenza: in una milonga vera, le luci non sono basse. Non sono neppure accecanti, ovviamente, ma vi è bandita quell’atmosfera da night club di serie C che piace tanto ai tanghéri nostrani. Soprattutto, le luci illuminano sia la pista sia i tavolini. Questo fa sì che tutti siano sempre sotto l’occhio di tutti. Il che favorisce, certo, la formale “moralità” (il tango è un ballo di fine Ottocento: le “forme” in esso contano ancora, soprattutto se contengono una buona dose di sostanza), ma soprattutto favorisce gli inviti.In una milonga “vera”, non esiste che gruppi eterogenei di amici, magari appartenenti alla stessa “scuola” si raggruppino vicini. In una milonga “vera” gli uomini se ne stanno da una parte della sala, e le donne dall’altra. Solo le coppie “fisse” si pongono vicine, e questo è il segnale che nessuno deve disturbarne i componenti (vedi foto a corredo: milonga della “Confiteria Ideal” di Buenos Aires. Notare le luci e, a destra, il settore occupato prevalentemente da donne) In una milonga “vera”, solo un grezzo turista potrebbe dedurne che è l’uomo a invitare la donna, poiché vede il cavaliere alzarsi e andare verso il tavolino della “prescelta”, che (caso strano) inevitabilmente accetta la proposta.In realtà, quest’atto formale è stato preceduto da qualche minuto di febbrili messaggi a distanza che, se sfuggono all’osservatore disattento, costituiscono però tutta l’ossatura intorno a cui si sviluppa il fascino del tango come ballo.Infatti, durante la “cortina” che separa le “tandas” (cfr. l’articolo su tandas y cortinas) uomini e donne si sono scrutati –ognuno seduto ai propri posti- ognuno cercando con gli occhi di catturare lo sguardo della persona con cui avrebbe piacere di ballare la tanda successiva. Si tratta di un gioco di seduzione in cui la donna gioca un ruolo attivo molto importante e che esalta la sua femminilità. E’ il momento della “mirada”. Poi, ad un tratto, uno o l’altra si accorge di uno sguardo più insistente, oppure riesce a catturare lo sguardo della persona cui stava puntando. Lo sguardo si fissa, “la mirada se clava”. A quel punto intervengono cenni del capo. Di solito comincia l’uomo. Il cenno significa “balleresti con me?”. Il cenno di risposta significa “certamente!”. E’ il “cabezeo”. E se una donna non desidera ballare con quel tale uomo? Semplice: non lo “mira”, non “clava la mirada”, non risponde al “cabezeo”.E se invece una donna vuole ballare con quel tal cavaliere? Ne cerca lo sguardo fino a che lui se ne accorge. E comincia il gioco di cenni del capo.Quando gli accordi sono stati presi a distanza, solo allora l’uomo si alza e va verso il tavolino della donna, che resta seduta fino a che egli arriva nelle vicinanze. Nel frattempo, ad evitare equivoci, i due hanno continuato a guardarsi. Quando l’uomo si sta avvicinando, sulla pista, al tavolino di lei, la donna si alza e lo raggiunge.E cominciano a ballare.Alla fine della tanda, l’uomo riaccompagna la donna al posto dove l’aveva rilevata, ringraziandola (sempre e comunque) per i balli che lei gli ha concesso.Un osservatore inesperto può concludere che l’uomo vada ad invitare la donna. In realtà ciò non è vero: come si può ben capire, in una milonga vera vi è una sostanziale parità fra uomo e donna. Se una donna non lo guarda, un uomo non potrà mai ballare con lei, per quanta voglia ne abbia.Non solo, ma questo sistema impedisce brutte figure con persone che non desiderano un certo partner e devono inventarsi penose scuse (“ho male ai piedi”, “sono stanca”), puntualmente smentite dai comportamenti immediatamente successivi. Anzi, questo sistema si è sviluppato probabilmente proprio per impedire le suddette brutte figure ma, con tutti vantaggi che ha, si è mantenuto anche oggi, in un periodo in cui tutto sommato le brutte figure vengono accettate e provocate con molta più facilità di un tempo....Verrà mai un tempo in cui anche le nostre sale in cui si balla il tango potranno dirsi “vere” milonghe?Pier Aldo Vignazia
2 commenti:
Se mi è concessa la provocazione: "Tanghi e Buoi dei paesi Tuoi !!!"
Assomigliare un po' agli argentini ok ma imitarli spudoratamente in tutto e per tutto è un'altra faccenda. Certe cose intrinsecamente argentine perchè sono nate, si sono sviluppate e consolidate lì non sarebbero altro che una volgarissima imitazione ai limiti dello sberleffo qui in Italia come in Europa. Ma noi siamo europei e ancor prima italiani o argentini ? E dobbiamo essere il più possibile vicini all'argentinità per ballare o basta essere quello che siamo ???
Detto questo vorrei anche dire che mirada e cabeceo non mi dispiacciono purchè non diventino una delle tante irrinunciabili e rigide regole da seguire pedissequamente come asinelli al bastone.
Sono stato chiaro ? ;) :)))
Le nostre bellissime milonghe, tenute "a media luz" più per creare atmosfere magiche che per "evidenziare la scabrosità intrinseca di questo gioco adulto di seduzione" fanno da sottofondo alle bellissime dame e ai cavalieri che costituiscono gli attori di questa magnifica scena. E il cabeceo e la mirada ? Dove vanno a finire al buio ? Basta appostarsi su un angolo - io faccio così - ed iniziare a fissare la "preda" la quale o chiamerà il 118 per farvi rinchiudere pensandovi matto o contraccambierà lo sguardo. Purtroppo.....il più delle volte....vi girate imbarazzare fraintendendo il gesto - sigh - perchè molte ballerine non conoscono questo sottile e CASTO gioco degli sguardi !!! :)
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