mercoledì 14 marzo 2007

Manifesto: Tango e buoi dei paesi tuoi

Riprendo il titolo di un messaggio precedente, che ha suscitato in me ed in altri diverse riflessioni.
Mi riferiscono che il tango argentino balllato nel paese di origine e quello europeo sono diversi: a domande specifiche su cosa effettivamente ci sia di diverso, mi rispondono che la differenza principale sta nella nostra apertura dell'abbraccio, nella supposta ossessione per le figure, nella necessità di maggiore spazio per ballare a causa di una voglia di esprimersi che si trasforma in una maggiore ampiezza di movimenti.
Vi sono, soprattutto qui in Italia, degli aficionados di uno stile che non apprezzano tali caratteristiche che oramai sono generalizzate (basta mettersi a fianco di qualsiasi pista per valutare quanti ballano effettivamente nel "puro" stile argentino, e quanti ballano in modo diverso per capire l'utilizzo del termine).
Il mio personale argomento di riflessione di questi giorni è stato: è possibile che davvero il tango europeo si caratterizzi in modo diverso da quello argentino? E' possibile che noi europei abbiamo modi di esprimerci che ci rendono diversi rispetto ai sudamericani?
E soprattutto è giusto valutarci negativamente solo perchè siamo diversi da un supposto ideale?

A sostegno della dimostrazione di differenza del tango, oltre ad un argomento pratico (ribadisco, mettetevi a guardare i ballerini di fianco alla pista), porto un argomento storico.
Come sappiamo il tango nasce nel rioplatense verso la fine dell'ottocento, ed inizialmente è un puro ballo popolare. Solo dopo il passaggio in europa, l'adozione da parte dell'elite e la fusione con le nostre musiche e sonorità (vedi vals), il tango diventa vero e proprio ballo nazionale argentino.
E paradossalmente nell'immaginario popolare di quella nazione si blocca proprio in quel momento, agli anni trenta-quaranta dello scorso secolo.
Ora, analizziamo cosa sta avvenendo oggigiorno.

Il tango ha trovato una nuova fioritura in europa negli ultimi dieci anni, con una crescita graduale che si sta trasformando in boom nell'ultimo anno. Ma non il tango limitato ad un'unico stile.
Sin da subito si è visto prevalere in europa l'apprezzamento per stili diversi, per figure più che intimismo portato all'eccesso, per espressione più che implosione.
A questo si aggiunga il fatto che il grosso boom ha dato la possibilità a maestri improvvisati ( e chi non lo è?) di far conoscere questo ballo, e tali maestri, provenienti dalle più varie discipline di ballo, hanno portato il gusto per abbracci più aperti ai loro allievi.
Inoltre si pensi alla provenienza culturale media dei ballerini di tango. La stragrande prevalenza dei ballerini, in questo momento, appartiene alla fascia di età che va dai 30 ai 50 anni ed è composta da persone in maggioranza single o non sposate, perlopiù laureate, e mediamente od ottimamente realizzate da un punto di vista professionale.

Sarebbe riduttivo pertanto concludere che è solo per chiusura mentale, o per mancata conoscenza delle realtà "giuste" del tango, che il ballerino medio europeo sbaglia a ballare nello stile mediamente adottato.
E soprattutto sarebbe irrispettoso di quello che è livello culturale e di curiosità delle persone che ballano.

Sono convinta che tali riflessioni portino ad una conclusione, ossia che esiste un "gusto europeo" nel ballare il tango, e che tale gusto merita dignità e rispetto, pur caratterizzandosi in modo sifferente da quello argentino.

E voi cosa ne pensate?


5 commenti:

Alessio ha detto...

Disamina illuminante!!! Brava Auro, concordo su tutto... Articolo che merita pubblica luce.

Anonimo ha detto...

Il mio pensiero sul dibattito in corso è un pensiero generale contestualizzato:l'arte per sua natura è dinamica in ogni sua forma. Il contesto geografico culturale che da origine ad una disciplina artistica, come il Sudamerica lo ha dato al tango, ha sicuramente il merito e la virtù,pubblicamente riconosciute, di aver consentito alla "sua anima"di prender vita...ma sono la diffusione e la pratica in altri contesti a generare la sua evoluzione e libera espressione...l'arte è progressista non conservatrice...il tango è anche europeo non solo argentino...e l'abbraccio "europeo" ha pari dignità culturale di quello sudamericano!

niky ha detto...

Il tango europeo è bambino e piano piano sta crescendo ma è !!! Quindi non può non essere, non lo si può ignorare !!! Gli stessi argentini trovano maggiore espressione del loro modo di ballare quando vengono qui in Italia, dove possono fare cose loro non consentite in una milonga patria.

Pietro ha detto...

Concordo, per filo e per segno, col post di Aurora e con i vostri commenti.
Niky, io non sono un esperto, mi chiedo se il tango argentino (europeo) sia davvero "un bambino che sta crescendo piano piano...": nel sito web http://www.esto.es/tango/Historia/historia.htm
si dice che il tango sia sbarcato a Parigi all'inizio del secolo scorso...
Intendevi, forse, il tango argentino (italiano)? :)

niky ha detto...

Si intendevo il tango argentino moderno. Quindi ne' il salòn, ne' il canyengue, ne' infine il milonguero, quelli seppur belli, apartengono al passato. Li si può rievocare, certo, e molti lo fanno ballandoli ma una cosa è ballarli altra cosa è pretendere che essi soli siano "Tango" !!!