martedì 24 aprile 2007

Patricia e Matteo

Intervista pubblicata su "El Farolito" di Parigi di Patricia Hilliges e Matteo Panero, oraganizzatori, tra l'altro, del festival di Firenze che si terrà nei prossimi giorni e nostri graditissimi ospiti alla festa del 12 maggio.
Il loro sito, dove potete trovare anche tutte le informazioni sul festival di Firene, è http://italiano.tangoclub.it/.

Matteo Panero & Patricia Hilliges. Italian Power!
Matteo & Patricia vivono in Italia, e dimostrano, con il loro livello, come lo standard europeo sia in continua crescita. Per Matteo & Patricia, il tango è una cultura che si riferisce a una necessità interna all'essere umano. Diffondono questa cultura e la condividono con gli allievi in un'atmosfera di amicizia e calore che scaturisce dal buon umore e dal carisma che hanno. Parigi ha già accolto in diverse occasioni questi "astri nascenti" e, mentre la loro popolarità cresce di giorno in giorno, l'Europa e la Citè Lumière sono ben contente di condividere ancora il loro tango e il loro charme...
Come è iniziata la vostra storia con il tango?
Matteo -
Io ho iniziato 10 anni fa a Torino, per caso. Avevo un gruppo di amici con cui facevo teatro, a preparammo un tango per uno spettacolo; presi lezioni per un anno ma solo una volta alla settimana.
Fu solo dopo aver lasciato il teatro che mi ci immersi veramente: stages e milongas tutti i giorni.
È così che vi siete incontrati?
Patricia - No, in realtà la mia storia è molto più interessante della sua! Vivevo a Bologna, un martedì del 1992 intorno all'una del pomeriggio stavo tornando a casa con la macchina e ascoltai un radio show sul tango. Fui affascinata ma guidando scomparve il segnale radio, così mi fermai, tornai indietro e parcheggiai in un punto dove si sentiva la radio. Immaginati, io seduta in macchina in una buia strada di periferia solo per sentire la musica alla radio... La settimana dopo andai in macchina alla solita ora nel solito posto; sarei venuta ogni settimana per un anno per ascoltare questa trasmissione. Il mio ragazzo all'epoca non ballava, e neanche io; ma alla fine ci lasciammo: io feci un corso per principianti, e poi andai a una milonga, dove mi fecero ballare fino alle 3 del mattino. Da allora non ho mai smesso.
Com'era il tango in Italia a quell'epoca?
Patricia - Moscio.
Matteo - Si limitava a qualche grande città - Torino, Bologna, Venezia... Patricia - In Italia, come in Francia, non c'era molto 10 anni fa. Ora ci sono milonghe dappertutto.
Torniamo a parlare del vostro incontro
Matteo - Io andai a Roma a ballare I la Cumparsita in un film. Era un film di serie B ma con grandi attori italiani. Per qualche anno, prima di ballare il tango, ero nel teatro, e questa sembrava un'esperienza interessante. Tornando a casa, il mio gruppo si fermò a Venezia a una milonga.

Patricia - Il nostro gruppo! era con tre ragazze!!!
Matteo - Nah, non erano le mie fidanzate. solo una la era, un'altra era la mia ballerina e la terza era un'amica.
Patricia - Comunque, c'erano due saloni e io ero seduta ad un tavolo, chiacchierando. Pensai "chi è questo maleducato che mi interrompe nel bel mezzo di una conversazione!?!" Stavo per rifiutare ma, guardandolo, tutto ben messo con i capello all'indietro, pensai "Ok, perché no?"
Ballammo molto a lungo. Era buffo perché lui ballava in modo molto diverso. A quell'epoca io studiavo con Esteban & Claudia - uno stile salon molto elegante - ma lui faceva delle cose strane; ganchos dappertutto.
Matteo - Sì, infatti iniziai a ballare con un'argentina che diceva di essere un'allieva di Gustavo Naveira e insegnava solo figure, dimenticando di insegnare il tango. Ballavo molto aper o, lontano dal partner.
Patricia - ...dovevo cambiare la posizione delle sue mani per stare vicino a lui; è allora che si è innamorato di me!
Andate spesso a Buenos Ires, che cosa rappresenta questa città per voi?
Patricia -Andare a BsAs è revitalizzante. Per tutto: classi, shows, milongas...
Matteo - La prima volta che ci siamo andati, ebbi l'impressione di passare tre settimane nella centrifuga della lavatrice. Era una follia.
Facevamo lezione alla mattina con i milongueros, poi lo stesso giorno con insegnanti più giovani che facevano stile 'nuevo' e poi un'altra lezione di stile diverso la sera. Seguire così stili diversi ti lascia completamente perso. Ogni insegnante dà importanza ad un aspetto diverso. Trovare quello che è importante per te richiede tempo.
Che cosa è importante per voi nel tango?
Patricia
- Feeling, capire il tango.
Matteo - Dovunque andiamo, Germania, Belgio... Mi rendo conto che ciò di cui gli allievi hanno bisogno è capire il tango. Prima di capire questo, il tango era solo divertimento, piacere... della musica, del ballo, delle milonghe, ma senza una dimensione culturale. Grazie ai nostri amici a BsAs, tutto è cambiato. Ci hanno spiegato e mostrato che cosa è il tango, i testi delle canzoni etc. Da quando ho capito questo, chiedo spesso ai miei allievi di cercare la traduzione di un testo, perchè non afferrare le parole - e so quanto è difficile, anche per un italiano - vuol dire correre il rischio di ballare 'alegria do Brasil' al ritmo di una canzone che in realtà parla di uno che si lamenta per per la morte dell'amata; se si capisce il testo, si può scegliere un'interpretazione adeguata, ed il risultato è completamente diverso. Capire la cultura del tango è stata una vera e propria rivoluzione per me, che ho ballato 7 anni senza feeling. Infatti, molti colleghi europei ora si sforzano di capire il linguaggio, la storia del tango e dell'Argentina.
Come fa un Europeo a scoprire la cultura del tango?
Matteo - Andando a Buenos Aires!; e diverse volte, perché la prima volta tutto è troppo nuovo; ascoltando i discorsi dei vecchi milongueros; con la curiosità di vedere tante cose, senza limitardi al circuito del tango 'commerciale'. Il Sunderland per noi è la milonga porteña più autentica, dove i vecchi milongueros - non i ballerini famosi, ma quelli che hanno ballato tutta la vita - ti dicono quello che gli piace nel tuo ballo, quello che non gli piace, etc. Tutto questo ci ha fatto crescere molto.
Gli Europei devomo faticare di più che gli Argentini ad imparare il tango perché non hanno a disposizione gli stessi insegnanti e le stesse milonghe! Ma questa è una buona opportunità perché si comunica meglio quelo che si è faticato ad assimilare e a teorizzare.
Aneddoti?
Matteo - Durante il nostro primo show importante, la coreografia finiva con una figura complessa in cui prima ci separiamo, poi Patricia mi viene incontro ed intorno. Lei aveva un vestito con le frange e, quando io la lasciai andare, le frange si agganciarono nel bottone della mia giacca. Patricia tornò verso di me volando come un boomerang. Fu terribile, ma per fortuna non cademmo. Comunque da allora abbiamo capito perché i professionisti tagliano le frange dei vestiti! Patricia - Se i maestri fanno un buon lavoro, le persone diventano più aperte e possono nascere legami molto forti. Marta ha incontrato Marc a una delle nostre lezioni qualche anno. Rimase incinta, ma non pensate che abbia smesso di ballare il tango. Veniva ogni martedì con la pancia semprempiù grossa.
Una volta le chiesi quando avrebbendovuto partorire e lei rispose "presto". La settimana dopo venne con la pancia piatta e una carrozzina.
Non c'era possibilità che perdesse una lezione! Sul nostro site, ci sono foto da bambini di persone che si sono incontrate ai nostri corsi.


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