martedì 18 dicembre 2007

Traduzione dell'intervista a Chicho Frumboli

Molti dei suoi colleghi lo considerano il ballerino più originale del momento. Nelle sue esibizioni sembra ampliare il catalogo di movimenti, spingendo all’estremo i principi di Gustavo Naveira. All’inizio ha ricevuto molte critiche ma lui ha portato avanti imperterrito il suo stile. Oggi, radicato in Francia, Mariano Chicho Fromboli è riconosciuto quasi unanimemente per la sua creatività. Questo il nostro dialogo in una delle sue visite a Buenos Aires:

Come sei arrivato al tango?

Nel 94, quando studiavo teatro, una compagna che ballava tango mi ha invitato a prendere lezioni con lei. Le dissi di no, che il tango non mi piaceva. Io suonavo la batteria, ero più rockettaro… alla fine poi le ho detto si, sono andato e dal quel giorno non ho più smesso.

Come mai non ha mai partecipato a nessuno degli spettacoli delle grandi compagnie?

Quello che si fa nei grandi show lo posso vedere e divertirmi ma non mi piace. Mi sento più ballerino di pista. La mia carriera si fonda su qualcosa di più intimo, più della milonga.

Tuttavia il tuo è un tango abbastanza spettacolare…

Può essere, si però sono estetiche distinte. Senza ripropormelo, credo che il mio modo di ballare abbia modificato l’estetica del tango, dall’immagine al movimento. Quando ho iniziato quello che più vedevo in milonga erano allievi che riproducevano gli stili dei loro maestri. Tutto quello che ho fatto è stato sentirmi un po’ più libero nel ballo. Ho appreso molto di quello che so in milonga, più che dai maestri. Ballavo da lunedì a domenica senza smettere.

Cos’è il Tango Nuevo?

Questo è quello che chiedo a voi… se non lo sapete voi siamo fregati (Sorride). No, all’inizio c’è una questione di marketing, come è accaduto con ‘la nuova generazione del tango’, di cui si parla. Io sono collegato spesso alle band elettroniche, forse per il tipo di ballo che faccio. Però al di là del fatto che conosca molti dei musicisti che suonano in questi gruppi io non mi sento identificato con il loro stile più di quanto non lo sia con quello di Troilo, Pugliese o D’Arienzo.

Nelle tue esibizioni usi musiche molto diverse tra loro… Come le scegli?

Per le esibizioni scegliamo la musica 10 minuti prima di ballare, secondo il nostro stato d’animo e l’atmosfera del posto. Improvvisiamo, non eseguiamo nessuna coreografia preparata. Questo l'ho imparato da Gustavo (Naveira). L’improvvisazione ti fa restare più ‘sveglio’ in tutto il tuo sentire. Questa varietà che noti nelle musiche serve perché per me il tango deve essere ballato in molte maniere differenti non in una solo maniera, come si fa oggi. Dovrebbero esistere diverse interpretazioni perché il tango è molto ricco di sfumature. Io sono musicista, quindi vedere persone che non ballano a tempo per me è inconcepibile. Così come non comprendo il ballare in una sorta di bolla, senza nessun tipo di vita interna.

Come si possono moltiplicare le possibilità di ballo?

Tutto quello che so sulla struttura della danza l’ho imparato da Naveira. E’ lui che ha trovato un percorso di ‘apertura’ del tango. Le possibilità di creazione ed evoluzione della danza hanno a che vedere con una comprensione assoluta di quello che accade quando mi muovo. Prima avevamo un uomo che spingeva un passo e la donna che lo rincorreva come poteva, oppure l’uomo che diceva direttamente ‘bene, ora fai il gancio, ora il boleo…’, o le marcava un ocho col polso rompendole un braccio. La relazione tra uomo e donna è molto più comunicativa adesso.

Si percepisce molto più gioco tra i ballerini…

Si, e quello che accade è che il gioco ti può portare da qualsiasi parte. Alcuni dei ballerini più giovani giocano e sperimentano ma a volte perdono l’essenza. Penso che si debba giocare ma a partire dalla conoscenza.

E qual è l’essenza?

Una connessione più forte che si dà tra l’uomo e la donna nel ballo. Oggi si imparano duo o tre passi e si passa a ballare… Ti sembrerò forse un milonghero fanatico, ma ballare significa pensare a come prendere una donna, a quanto pesa, al suo profumo, a come ti tiene la mano, se trema, se suda. Questa cerimonia del ballo implica codici che possono essere anche meno rigidi ma che devono essere presi in considerazione. Molti giovani non hanno rispetto per il ballo dei ‘vecchi’. Noi oggi stiamo ballando grazie a loro, è una ‘catena’…

Tu parli si simmetria e cambi di ruolo.

Si, è qualcosa che abbiamo formulato con Gustavo Naveira e Fabian Salas. La mia esperienza come giocatore di hockey su ghiaccio mi ha aiutato molto a capirlo: simmetria è la possibilità di fare tutto quello che facciamo sia su un lato che sull’altro. Tutto può riformularsi, quello che non cambia è il tipo di abbraccio.

Come si impara ad improvvisare?

Abbiamo diversi elementi: boleos, ganchos, paradas, barridas, colgadas e volcadas… quattro di questi elementi combinati in un certo ordine formano una sequenza. Però per poter giocare liberamente devo conoscere alla perfezione i singoli elementi.

Quanto è sociale il ballo che insegni?

E’ tanto sociale quanto la milonga lo permette. Sta in ognuno scegliere come ballare. Quando vado in un posto dove ballano distintamente dal mio stile io mi adatto e non mi metto a tirare ganchos, boleos ecc. E in ogni milonga cambia lo spazio che hai a disposizione da un giorno all’altro, da un angolo all’altro. Quello che io insegno è tango, quello che voi trovate a partire da questo è il vostro percorso. Ho allievi che dopo aver imparato una sequenza vengono da me e mi dicono: “Chicho, guarda, funziona anche così”. Ed io rispondo “Benissimo, imparo da voi”.

Ballare tango è l’argentinità al palo?

Assolutamente… ti collega con la storia e con la cultura argentina. Ballando il tango mi muovo in tempi che non ho vissuto. E’ una questione di sangue suppongo. Quanto più sono lontano, tanto più tango ascolto e mi accanisco. Penso che questo grande momento per il tango sia un fenomeno sociale universale. E un momento questo che tra internet e telefonia cellulare si sente una grande mancanza di comunicazione fisica con l’altro. La danza di coppia e soprattutto il tango risultano molto affascinanti… per la musica, il contatto con l’altro, l’ambiente. Si arriva in milonga e ci si sente ‘contenuti’.

Cosa provi in generale quando entri in una milonga?

La milonga è cambiata tanto. Prima dovevi essere vestito in un certo modo. Oggi per fortuna ognuno si veste come meglio crede. Da un lato però sento che c’è un grande vuoto generazionale, tanto nella danza quanto nella musica, per questo per più di 30 anni il tango è rimasto in disparte. In milonga trovi gente fino a trent’anni e gente ultrasessantenne. Credo si dovrebbe trovare una maniera più contemporanea per codificare il tango. Io ad esempio non ho quasi mai fatto un cabeceo ad una donna. Primo perché in milonga ballo quasi sempre con amiche, e secondo perché preferisco avvicinarmi al tavolo ed invitarla una donna.

E si rifiutano?

All’inizio mi hanno detto di no molte volte.

Così i nostri lettori possono consolarsi!

Si, chiaro che mi hanno detto di no. Solo un mese fa, senza andare troppo lontano, in una milonga di Parigi ho invitato una ragazza che ballava contemporaneo e che mi ha risposto ‘No grazie’. Ho pensato ‘Uy, com’è dura!’. Non mi ricordavo cosa si provasse.

Una volta hai dichiarato che per i nordamericani è più difficile che per gli europei comprendere il tango. Perché?

In Europa c’è una tradizione artistica molto più importante. Gli stati Uniti sono un paese recente, hanno una storia più leggera… Ma non voleva essere una critica.

Non vuoi conflitti col grande paese del nord?

(Sorride) No, non è questo. Penso sia una questione di tempi e che si riesca comunque alla fine ad incontrare la parte sociale e culturale più profonda del tango.

Fin dove porta l’evoluzione del tango?

Non so, va dappertutto. E’ bello quello che sta accadendo, la ricerca e la scoperta di nuove forme. Tutto questo porta a qualcosa di sconosciuto. Vorrei però che si mantenesse l’essenza tanghera, che non si convertisse in qualcosa di ibrido. Mi piacerebbe che le forme cambiassero mantenendo il vincolo tra i cuori, le anime, che il tango continuasse a relazionarsi con l’identità e la storia.

E tu dove vai?

Io vado sempre in cerca di soddisfazione. Nella mia vita cerco di fare quello che mi piace. Oggi come oggi quello che più mi appassiona è ballare, ma anche scoprire e creare.

Cosa ti piace fare nel tuo tempo libero?

Comporre al computer e disegnare.

Se la tua strada si dividesse tra un sentiero conosciuto e sicuro ed uno sconosciuto, quale sceglieresti?

Mi incamminerei per quello meno noto per vedere che succede.

Ritmo o melodia?

Entrambi.

Cosa pensi al mattino quando ti svegli?

Al tempo che mi resta da vivere. A non sprecarlo.

Cosa ti piace?

Stare con gli amici. Se sono solo mi diverto a guardare film di Jerry Lewis o Cha Cha Cha, il programma di Alfredo Casero.

Cosa ti annoia?

Perder tempo e faccio di tutto perché non accada.

Cosa temi?

Molte cose, ma sono contraddittorie e personali. Ho paura della routine per esempio o che si esauriscano le idee.

Un film?

Il cuoco, il ladro, la moglie e l’amante di Greenaway.

Un libro?

Non sono un grande lettore ma adoro Quino.

Luogo preferito per una vacanza?

Un posto tranquillo sul mare.

Sei religioso?

Si… ma di una religione tutta mia.

River o Boca?

Huracàn.

Un motivo di orgoglio?

Mi sento orgoglioso di quello che sono, anche se può sembrare arrogante. Quello che sono lo devo a molte sofferenze in passato.

Cosa vuoi fare da grande?

Essere un buon padre.



ps1. scusate ma l'ho tradotta senza dizionario... a volte sono imprecisa ma lo spagnolo è un vecchio ricordo. pietro correggimi tu.
ps2. chicho ti amo, diventa il padre dei miei figli!!!!
ros

22 commenti:

Pietro ha detto...

Eddai Ros, non sottostimarti! Sei bravissima. Complimenti! :-)

Mmm... l'unica cosa un po' oscura è il tuo PS2: non avevi già chiesto a Costa di sposarti? ;-)
Besos,
Pietro

Anonimo ha detto...

infatti... a chicho chiedo un figlio non di sposarmi ;-)

ros

Anonimo ha detto...

E tu Pietro hai individuato qualche maestra tanguera da ingravidare ??? ;)

Anonimo ha detto...

Come al solito dimentico il nome,
Niky con affetto
ciao pietroooo !!!

Anonimo ha detto...

...bravissima Ross!!!

grazie per la traduzione.

un beso

A.B.

Anonimo ha detto...

...trovo che sia una intervista di grande importanza, di grande profondità....
...siete stati bravi a scovarla!!!

...direi che fa riflettere!!!

A.B.

Anonimo ha detto...

La cosa che in assoluto stimo di più nei ballerini da esibizione è l'improvvisazione. Le coreografie provate e riprovate e magari anche viste e riviste mi stancano e preferisco piuttosto bermi una birra con gli amici e fare due chiacchiere che vedere lo spettacolo. L'improvvisazione è veramente spettacolo, vivo e vibrante !!!
Niky

Anonimo ha detto...

Nikyyy, contegno! ;-)
Scusa neh... perché proprio una "maestra tanguera"... ?...
Pietro

Anonimo ha detto...

Si parlava di Maestri...
Come te la passi Pietro ?
A presto,
Niky

Anonimo ha detto...

Di Frumboli non mi avevano parlato benissimo, dicevano che snobbava gli allievi a lezione. Io non ne ho fatto esperienza diretta ma direi che dall'intervista è una persona intelligente e profonda. Si capiscono molte cose sul tango sentendo parlare le persone e non solo vedendole ballare.
Comincio a stimarlo e spero di incontrarlo a qualche stage.... ma farci un figlio cara ros mi sembra troppo eh eh :D

mariposita

Anonimo ha detto...

.. ho sempre ammirato Frumboli, ricordo bene alcuni tanghi e milonghe memorabili, sia con Lucia che con Eugenia... mi viene in mente un Racing Club di Biagi ballato in una edizione di cosmotango,se non sbaglio nel 2005,con Eugenia, che per mesi ha rappresentato una fonte di ispirazione continua per me...posso dire di averlo quasi appreso a memoria da tanto l'ho guardato, e penso che quella interpretazione sia un esempio splendido di "fusion" tra il vecchio e il nuovo....
non ho mai nutrito dubbi che fosse intelligente, quello che ha fatto nel tango sta li a dimostrarlo...

se uno mi chiedesse però com'è Frumboli a lezione..beh per farla breva la didattica non mi sembra il suo punto forte...del resto non sta scritto da nessuna parte che genio e didattica debbano andare a braccetto per forza!


A.B.

Anonimo ha detto...

Spesso mai, da quello che mi è stato dato di vedere, A.B.
Molti anzi confondono questi due aspetti e pensano che un bravo ballerino debba necessariamente essere anche un bravo insegnante....
Niky

Anonimo ha detto...

Niky, io non me la passo male, grazie. E tu?
Io, con le maestre tanguere, non voglio averci a che fare (tranne che con due o tre). Preferisco le principianti! ;-)))
Pietro

Pietro ha detto...

Eilà Mariposita,
è un piacere rileggerti in questo blog. Non è che ti verrà in mente, prima o poi, di venire a milonguera qui al Castelletto (PR)? Non abbiamo Frumboli... abbiamo però A.B. che gli è sopra, qualitativamente, almeno mezzo metro! :-)
Besos,
Pietro

Anonimo ha detto...

Spero di venirvi a trovare presto, non solo come musicalizadòr. Così abballiamo assieme !!! ;)
Niky

mariposita ha detto...

Volentieri, prima o poi un salto nel parmense lo farò! Non siamo lontani! Purtroppo non per le vacanze perchè sono in partenza. E mi raccomando, sfoderato le vostre magliette migliori!!!!! :D

Anonimo ha detto...

...Niky, penso che ci siano cmq alcuni esempi di genio e didattica eccellente...Naveira, Javier, Balmaceda, ma anche Arce ..sono tutti innovatori ciascuno a modo proprio, e buoni docenti...

Naveira si è rivisto in italia dopo anni, e devo dire che non mi ha deluso, anzi...a lezione riesce ad esprimere cortesia, pazienza, ottima didattica, insomma un professionista coi fiocchi..
... balmaceda oltre che essere un buon docente, forma con la moglie una coppia spassosa..ci si diverte, si ride...e attenzione che Balmaceda è un creativo, una fucina di nuovi movimenti all'interno del suo sistema di ballo...sono forse meno eclatanti di quelli di Chicho, ma c'è un lavoro continuo di ricerca, in una direzione non analoga, perchè il suo sistema è "circolare"...

forse Naveira in qualche modo è rimasto più classico, in un senso moderno ovviamente...ma è sempre attualissimo, anzi direi che c'è un ritorno alla classicità che si avverte nell'aria, forse certi rami sono un po inariditi....naturalmente questa è una mia valutazione,ma mi pare che confrontando alcune performance del 2003-04 con le attuali si possa parlare a buon diritto di decadentismo per alcuni artisti..ricordo per esempio alcune performance di arce come chiquè e sentimentos, non so, io non ho più rivisto niente di simile..certo nel suo caso anche la scelta dei brani non aiuta...teniamo conto che anche Arce improvvisa, però...

A.B.

Anonimo ha detto...

Si è vero anche questo. Pensa che anni fa' ho sentito dire ad uno stage di tango di Naveira che è considerato il "tecnico" del tango o "l'ingegniere" del tango, qualcosa di simile. GLi altri li conosco meno ma ci credo. A fronte di questa miriade di maestri, però, credo che pochi veramente sappiano trasporre anche nelle lezioni la loro professionalità. Di solito la gente comune rimane incantata dalle esibizioni e crede che il ballerino necessariamente sia anche in grado di insegnare quello che fa'. E come tu sai non è proprio così automatico. Come, almeno per me, non è così automatico che se uno è un ballerino argentino, debba essere necessariamente un bravo maestro. Ci sono anche maestri argentini che sono dei cani. Ho qualche esempio in mente ma taccio per sempre, anche perchè mi si sta affilando la lingua e me la sento quasi biforcuta :D

Anonimo ha detto...

Pardòn, come al solito rileggo sempre dopo aver pubblicato. Anzitutto volevo scrivere "ingegnere del tango" e mi è saltata fuori una "i" che non c'entrava; poi vorrei che fosse chiaro che secondo il mio modestissimo parere Naveira è un grande. E' il maestro argentino di cui ho frequentato più stage in assoluto, ben tre, e quando ad uno di questi eventi, molto lusinghieramente, come sempre fa' con tutti, Picherna lo descrisse come il Maestro dei Maestri, credo che in quel momento stesse dicendo una gran verità. Naveira non è stato solo maestro di tantissimi ballerini normali come me, in giro per il mondo, è stato maestro di gente che insegna e che si onora di averlo avuto come insegnante, mettendolo nel proprio curriculum....
Che dire, vi ho detto tutto...
Niky

Anonimo ha detto...

...sono d'accordo: Naveira è un vero classico, insomma non si può prescindere da lui!!!... penso che alcuni argentini,in genere personaggi minori, ci facciano dentro con la loro "argentinità", questi sono quelli che mi danno più fastidio, del tipo:"..come sento il tango io perchè sono argentino, tu te lo scordi, ragazzo mio"." oppure quelli del "..il vero tango è questo, il mio"..voglio dire, ognuno ha una sua sensibilità, un background culturale...d'altra parte prendi 20 coppie di professionisti e avrai 20 abbracci diversi e 20 intepretazioni diverse dello stesso brano musicale..questo mi pare il dato interessante..
il tango è anche un fatto artistico, questo consente la varietà stilistica e la ricerca

A.B.

Anonimo ha detto...

Su Arce e Frumboli non mi sono espresso unicamente perchè non ho avuto ancora il piacere di conoscerli come maestri. Del primo posso solo dire che me ne hanno parlato benissimo; del secondo ho sentito opinioni contrastanti.....
Niky

Pietro ha detto...

Ottima notizia Mariposita. A presto allora. Ma quali "magliette"??? Insommaaa! Il benvenuto te lo daremo in giacca, camicia e cravatta! :-D
Besos e auguri di buone feste,
Pietro