sabato 27 febbraio 2010

Il Nuovo Tango - El Nuevo Tango

Il Nuovo Tango
(articolo di Leopoldo Marechal, tratto dal sito web http://www.psicotango.com.ar/libros.htm)

Non potendo esser concorde con la realtà che vive oggi il paese, sto solo ed immobile: sono un argentino che spera. Questo per quanto riguarda il paese. Quanto a me stesso, la cosa è diversa: se approdando a questa terra i miei nonni hanno tagliato il filo con le loro tradizioni e distrutto la loro tabella di valori, a me tocca riannodare quel filo e ricostruirmi secondo i valori della mia razza. Procedo in quel senso. E credo di poter affermare che, quando tutti faranno lo stesso, il paese avrà una dimensione spirituale. (Adán Buenosayres)

"Io penso,
con P. Saint-Yves che,
quando i popoli avranno capito
gli insegnamenti del folklore,
solo allora si aprirà l’era della
pace autentica per l’umanità."
(Alfredo Poviña)


E’ curioso osservare come va manifestandosi il boom tanguero nell’attualità, non solo nel paese, con la crisi, bensì nel mondo intero, ergo, con la crisi. Tale evento non può sfuggire alla nostra attenzione, come società abbiamo il dovere di soffermarci su questo punto. Il tema è poter trarre vantaggio da questo, nel senso migliore, e circoscrivere quell'improvvisazione che tanto spesso ci ha salvato ma che altrettanto spesso ci ha affondato. L’ostacolo che ci affligge in ciò che riguarda la sistematizzazione di un programma serio deve essere rimosso nell’immediato per potere iniziare ad essere credibili. Tanto i campionati quanto le riunioni internazionali che vengono organizzate a livello di ballo nel paese, ad oggi, lasciano molto a desiderare. Nel contempo balza all’occhio un segno di peggioramento e di mancanza di ottimizzazione sia dei luoghi meravigliosi, che la città possiede per organizzare feste pubbliche, sia dei programmi di turismo paralleli a quel che è specificamente tanguero (occorre tener conto che, in prossimo futuro, questo si moltiplicherà). E’ chiaro che si tratta di un fenomeno che comincia appena a delinearsi, cioè, di una prova tangibile che comincia gradualmente ad irrobustirsi con intensità, ma su presupposti ormai caduchi per le generazioni ed i tempi prossimi.
Il Tango-Danza nella sua vitalità
Potremmo dire che, all’inizio, era il ballo di arrabal (sobborgo) e le payadas, che, a suo tempo, era la lirica di Gardel e Le Pera, in un secondo tempo, la musica delle grandi orchestre del ‘40, più tardi, i cantanti, poi, Piazzolla, fino ad oggi, momento in cui si sta verificando un ritorno alla Danza. Cosa interessante dal punto di vista evolutivo e dialettico. Vengono “scodellate” decine di milongas per notte e luoghi per imparare a ballare; ogni giorno sono sempre più numerosi gli studi di danza che aprono i battenti e maggiore è l'allenamento che i ballerini sollecitano per le loro esibizioni richieste nel paese e all’estero. C'è un boom attraente riguardante l’interesse dei giovani rispetto a ciò, non solo dei giovani argentini, bensì di tutto il mondo: il suo impatto, tra l’altro, viene a riaffermare quell’"europeismo" del "voler essere" che segna l'impronta, nel contempo, dell’immagine personale.
Il salto generazionale ci viene indicato come fondamentale perché la rinascita si sviluppi con una tale vitalità. Sebbene, nel suo insieme, un’apertura che lascia un "buco" non serve mai da condotto per recuperare le forze perse. C’è un vecchio adagio cinese che dice che “occorrono tre generazioni per ottenere "la buona porcellana" fine”. Possiamo usare anche la metafora fornitaci dal ballerino e ricercatore Rodolfo Dinzel, in cui ci spiega che il tango è come un mostro gigante a tre zampe, da conoscere: la danza, la musica e la poesia (lirica), per cui è indispensabile che ne muova una alla volta, perché se le muovesse tutt’e tre contemporaneamente, cadrebbe. Ciononostante, è ormai risaputo un certo cambiamento nella struttura musicale mentre giungono alla ribalta nuove orchestre di persone giovani non senza richiamare l'attenzione.
Concordiamo sul fatto che il Tango-Danza sia il nuovo leader della nostra cultura. È il fenomeno che attualmente sta esprimendo in anteprima gli elementi che compongono il “miracolo” del tango. Il boom che potremmo misurare quantitativamente in quantità di ballerini, milongas e campionati negli ultimi anni, è stato notevole. Sono sempre di più le persone che si avvicinano ai "templi" tangueri, quali gli spettacoli di ballo che vengono offerti al resto del mondo. Tutti vogliono ballare e ne avvertono la necessità attraverso la richiesta del loro corpo. La indica in modo chiaro la “zeitgeist” (tendenza culturale predominante, o spirito del tempo) attuale. È la rivincita dello spirito che si scatena per raccogliere adepti, la sua insistenza riporta il contrappunto attuale, lo stato dell'anima chiede d’esser riconosciuto. La unione tra corpo e spirito promossa dalla danza, nella sua forma mandalica, fa sì che quella richiesta sia ineludibile.
La cornice che si dà del ballo del tango, nella Città di Buenos Aires, è di un ambito ampio e in crescita. Le persone provenienti da altri paesi trovano nella città un luogo unico al mondo per esercitarsi in questo ballo ed impregnarsi di cultura di tristezza e raffinatezza. La cosa certa ed indiscreta è che la nostra città condensa questo potenziale che promuove dolore, speranza, libertà e identità (leggi: processo di individuazione, o autoconsapevolezza).

(traduzione di Pietro Adorni – 24/2/2010)

El Nuevo Tango - di Leopoldo Marechal
tratto dal sito web http://www.psicotango.com.ar/libros.htm

No pudiendo solidarizarme con la realidad que hoy vive el país, estoy solo e inmóvil: soy un argentino en esperanza. Eso en lo que refiere al país. En cuanto a mí mismo, la cosa varía: si al llegar a esta tierra mis abuelos cortaron el hilo de su tradición y destruyeron su tabla de valores, a mí me toca reanudar ese hilo y reconstruirme según los valores de mi raza. En eso ando. Y me parece que cuando todos hagan lo mismo el país tendrá una forma espiritual.
(Adán Buenosayres)

"Yo pienso,
con P. Saint-Yves que,
cuando los pueblos hayan comprendido
las lecciones del folklore,
sólo entonces se abrirá la era de la
paz verdadera para la humanidad." (Alfredo Poviña)


Curioso es observar como se va manifestando el auge tanguístico de la actualidad, no sólo en el país, crisis mediante, sino a través del mundo entero, ergo, crisis mediante. Tal suceso no se nos puede escapar de nuestra atención, como sociedad tenemos el deber de interrumpirnos en este punto. El tema es poder sacar provecho de esto en su mejor sentido y delimitar esa improvisación que tanto nos ha salvado pero que tanto nos ha hundido. La contrariedad que padecemos en lo que respecta a la sistematización de un programa serio tiene que ser erradicada por lo pronto para poder comenzar a ser creíbles. Tanto los campeonatos como las reuniones internacionales que se dan a nivel de baile en el país, al día, dejan mucho que desear. Por otro lado salta a la vista una tacha de deterioro y falta de aprovechamiento tanto de los lugares maravillosos que posee la ciudad para organizar fiestas públicas, como de los programas de turismo paralelos a lo específicamente tanguístico (hay que tener en cuenta que en un futuro cercano éste se va a multiplicar). Claro, esto es un fenómeno que recién comienza a retallarse, es decir, es una manifestación que comienza paulatinamente a robustecerse con intensidad, pero sobre bases ya caducas para las generaciones y los tiempos entrantes.
a- Tango-Danza en su potencia
Podríamos decir que, en un principio, fue el baile de arrabal y las payadas, que en su momento fue la lírica de Gardel y Le Pera, en otro, la música con las grandes orquestas del cuarenta, más tarde, los cantores, luego, Piazzolla, hasta que hoy en la actualidad se produce una vuelta a la Danza. Cosa interesante desde el punto de vista evolutivo y dialéctico. Al día se "cuecen" decenas de milongas por noche y lugares para aprender a bailar; cada día son más los estudios de danza que abren sus puertas y mayor el entrenamiento que los bailarines exhortan para sus presentaciones requeridas en el país como en el exterior. Hay un auge atrayente en referencia a los intereses de la gente joven con respecto a esto, no sólo de los jóvenes del terruño, sino del mundo: su repercusión, entre otras cosas, también viene a reafirmar ese "europeísmo" "de querer ser" lo cual marca la impronta, a su vez, de lo personal.
El salteo de generación se nos plantea necesario para que el resurgimiento se geste con tal potencia. Aunque nunca en su totalidad, el agujero que deja el "bache" sirve de viaducto para recobrar las fuerzas perdidas. Existe un viejo adagio chino que dice que lleva tres generaciones lograr "la buena porcelana" fina. Podemos tomar también la metáfora que nos provee el bailarín e investigador Rodolfo Dinzel, en la cual explica que el tango es como un monstruo gigante de tres patas, a saber: la danza, la música y la poesía (lírica), para lo cual es necesario que se mueva de a uno, porque de moverse las tres al mismo tiempo, caería. A pesar de esto, ya es notorio cierto cambio en la estructura musical, a la vez que llegan al escenario nuevas orquestas de gente joven no sin llamar la atención.
Estipulamos que el Tango-Danza es el nuevo líder de nuestra cultura. Es el fenómeno que actualmente está expresando en vanguardia los elementos que componen el prodigio tango. El auge que podríamos medir cuantitativamente en cantidad de bailarines, milongas y campeonatos en los últimos años, ha sido notable. Son cada vez más las personas que se acercan a los "templos" tangueros, así como los espectáculos de baile que son ofrecidos hacia el resto del mundo. Todos quieren bailar y sienten la necesidad de esto a través de la demanda del cuerpo. La danza marca claramente el zeitgeist actual. Es la revancha del espíritu que se desenfrena por captar adeptos, su insistencia refiere el contrapunto actual, el estado del alma pide certificado. La conjunción de cuerpo y espíritu que promueve la danza desde su forma mandálica, hace que el pedido sea imposible de eludir.
El marco que se da en la Ciudad de Buenos Aires con respecto a la danza de tango es de un espectro amplio y creciente. La gente del resto del mundo encuentra en la ciudad un lugar único en el mundo como para practicar e imbuirse de esta danza y cultura de tristeza y refinamiento. Lo cierto e indiscreto es que nuestra ciudad condensa este potencial que promueve dolor, esperanza, libertad e identidad.

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