mercoledì 21 marzo 2007

Riflessioni di Sebastian Arce - Il tango e la continuità artistica

Riflessioni di Sebastian Arce 27/04/2006 - presidente e professore dell'associazione Tango Renassaince

Il tango e la continuità artistica

Pugliese diceva: "Si può provenire da Gardel, Bardi, Laurenz, ma non può ignorare l'evoluzione, né perdere di vista le sorgenti, le radici. Chi si augura di esprimersi nel tango deve rimettersi alla continuità, senza staccarsi mai da essa. Il resto non è del tango, è della musica, un'altra musica…". Prendendo questa citazione e ricollocandola in un contesto di danza, si può dire che l'evoluzione tecnica che ci permette di creare dei nuovi movimenti, delle nuove dinamiche, non deve allontanarci per il fatto che questa evoluzione fa parte integrante della continuità, di qualcosa che ha avuto inizio nel passato e che contiene parametri, estetiche, mode, stili, un rapporto sottile e delicato alla musica, tutto un insieme di caratteristiche che fanno del tango ciò che è oggi.
Ignorare il passato o, peggiore ancora, ignorare la continuità del nostro presente, equivale a condannarsi alla ripetizione, a privare il tango di qualcosa, a dimenticare e non renderci conto che, dietro tutta la tecnica, tutte le dinamiche, il tango ha un passato, un'anima costituita dalla personalità di numerose persone che ci hanno preceduto e che amavano tanto che noi amiamo oggi: il tango.

Astor Piazzolla, grazie a chi, delle notizie generazioni, si è interessato al tango, spiega questo stesso concetto della continuità: "Il decennio degli anni 40 che ha proseguito fino nel 1955, è stata l'età d’oro del tango in materia di orchestre. Ho avuto la fortuna di abbeverarmi a tutte queste sorgenti: Anibal Troilo, Gobbi, Pugliese, Francini-Pontier, Calo, Salgan. Ho avuto anche il piacere di conoscere ed ascoltare personalmente Pedro Mafia che suonava il bandonéon nell'orchestra di Julio di Caro, che mio padre ascoltava, in estasi, a New-York... Sono differente da tutti, né megliò né peggio di Troilo o Leopoldo Federico. Ciò che nessuno possiede è questo mio tocco... Ma non sono nato in un piccolo vaso, ed il suono del mio bandonéon non è neanche un dono del cielo. Nella musica del tango, tutto è legato, ed è ciò che esprimo nella mia musica. Nel 1° tema della suite Troileana, intitolato "Bandonéon", "el gordo", Troilo è sempre al mio fianco; a tratti, suono come Piazzola, a tratti, come Troilo. È ciò che è accaduto in "Tristezas di un doble Ha", la versione del Quintetto, che include un assolo di bandonéon che poteva durare 10 minuti: mi son messo in in viaggio a fianco di Mafia, Laurentz, Di Fillipo, Federico, Trailo, ed ho avuto la sensazione di suonare (giocare) con loro...". E’ detto tutto. Lo studio tecnico deve permetterci di comprendere e di apprezzare i differenti stili di musica e di danza. Se lo studio tecnico manca di storia - proveniente essa stessa dalle differenti sorgenti: maestri, ballerini, musicisti ecc. - l'arte mancherà di anima e sarà condannata ad essere solamente un'equazione.

Pugliese diceva: "Piazzolla ci ha obbligati a studiare, tutti".
Ed Ernesto Sabato ha realizzato uno studio quasi perfetto della musica di Piazzolla ed una vera sintesi di questo concetto di continuità del tango: "il tango di Piazzolla ha gli occhi, il naso e la bocca di suo nonno: il tango. Il resto, è Piazzolla.". Tenendo conto di questa correlazione tra la musica e i balli (danze), abbiamo programmato una serie di stage di “tango salòn” d’oggi, in seno al Congresso Internazionale di Tango a Parigi 2006. I temi del Tango de Salçn di oggi e di Tango Nuevo sono molto legati. Abbiamo concepito questo programma con tutto il nostro cuore in modo che ciascuno di voi, partecipanti all'avvenimento, possa "assaggiare queste sorgenti" illimitate che vi aiuteranno sicuramente in futuro, a definire il vostro stile personale.
Il migliore, vi auguro, dunque, e spero che potrete apprezzare questa evoluzione così evidente per me oggi, come lo è il passato e tutto ciò che gli appartiene, ciò che mi accompagna ogni volta che vado nelle milongas... ciò che è stato, ciò che è, ciò che può essere il nostro tango.
Sebastian ARCE.

Alcuni temi del programma SALON D’AUJOURDH’HUI: Enrosques, giri e planeos, pause e rallentati, Stile Villa Urquiza, Milonga traspié, ed altro ancora.

Fonti: * CD-libro," Osvaldo Pugliese, Edizione Aniversario 1905/2005." Compilazione di interviste di Osvaldo Pugliese famiglia ed amici. Natalio P. Etchegaray.
* Libro" Memorias", Alba Éditorial. Astor Piazzolla e Natalio Gorin.

1 commento:

niky ha detto...

Anche questo....non per mancare di immodestia ma....quante volte l'abbiamo detto su anarcotango che si deve tener conto dell'evoluzione, che il tango evolve come tutto etc etc etc per controbattere alle asserzioni dei milongueros ???Mi sembra di provare un "deja vu" leggendo questi argomenti che mi confermano che quello che molti di noi pensano, è nei pensieri di persone ben più esperte e addentro nel mondo del tango di quanto possiamo essere noi poveri mortali.