sabato 14 aprile 2007

Le origini del Tango - La Habanera - PArte III

Habaneras e contradanzas.
Nelle contradanzas si utilizzarono melodie di habaneras e guarachas di moda. A partire dal 1860 si pubblicarono più di venti caricature sulle marche delle casse di sigari, con la musica della contradanza stampata sul dorso. Furono molto diffuse le contradanzas No me gustas tu, Si, me gusta, Suénatelo pintón, e Suelta el peso.

Alla metà del secolo XIX, in Spagna si era divulgata tanto la contradanza creola che uno storiografo commentava: “... oggi si balla molto a Madrid, dove si distingue con il nome di Habanera”. E infatti, a Cuba furono composte molte contradanzas con accompagnamento di habaneras, così come anche molte habaneras strumentali che furono ballate con un tempo più lento, più pausato di quello delle contradanzas e senza le lunghe figure che distinguevano le parti di queste: paseo (passeggio), cadena (catena), sostenido (sostenuto), cedazo (setaccio).

A forza di tradizione.
La prima pubblicazione di una habanera è quella che commenta l’investigatrice D.ssa Zoila Lapique nel suo libro Música Colonial Cubana (La Habana, 1979, p. 141). Apparve in La Prensa, il 13 novembre del 1842, presentata in questo modo: “ L’amore nel ballo. Nuova canzone habanera messa in musica con accompagnamento del piano di una Vuelta-Adentro C.P.”.

Cioè, sembra che esistessero altre habaneras precedenti che non si erano “messe in musica” né pubblicate. Per mezzo della tradizione orale, ne abbiamo raccolte varie che hanno bei testi, addirittura in forma di decima, com’è il caso di A mi no me gusta el coco...

Questa habanera ritornò in Spagna e, in alcuni casi, si è usata la sua decima per cantarla con melodie del punto de La Avana, la quale anche è ritornata in questo paese e ha preso il nome di guajira tra i canti flamenchi.

Altre habaneras avevano carattere patriottico, come una canzone di commiato di un prigioniero che avevano esiliato nelle Isole di Chafarinas o Fernando Poo. Da un’altra habanera patriottica conobbi, sempre per tradizione orale, la leggenda di una donna che nascose diversi mambises durante la guerra del 1868 e li aiutò a fuggire. Lei fu detenuta, giudicata e condannata alla pena di morte. Durante la mobilitazione che fece il popolo a suo favore, qualcuno compose una habanera e la mostrò la suo piccolo figlio affinché la cantasse davanti al Capitano Generale, Conte di Balmaseda. La moglie di quest’ultimo, intenerita, gli chiese di condonare la vita alla madre mambisa, e grazie a ciò la condanna fu commutata in carcere a vita. Le fu concessa l’amnistia poi dalla Paz del Zanjón. Questa canzone era molto conosciuta nell’ambiente dei cubani patriotti durante le due guerre d’indipendenza, iniziate nel 1868 e nel 1895.

Ottenni la testimonianza da due anziane che erano nipoti della mambisa, così come per bocca di mia madre, che la cantava quando ero bambina, inoltre il suo testo appare in un canzoniere stampato nel 1879, a Madrid, nelle officine di M. Minuesa. Una nota a piè di pagina afferma: “Questa canzone [La Presa (La prigioniera)] la cantò a palazzo un bambino di 8 anni al conte Balmaseda e alla sua signora sposa. Commosso, lasciò in libertà la madre”.

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