sabato 14 aprile 2007

Le origini del Tango: La Habanera - Parte II

Origini.
Essendo capitale dell’isola, La Avana era il punto di convergenza delle navi della flotta commerciale tra i porti dell’Europa e dell’America Latina. Percorrendo la costa atlantica americana, oltre alle mercanzie, le navi portavano elementi culturali che si scambiavano nell’andata e ritorno con il mondo ibero-americano. Durante le loro lunghe permanenze sul molo de La Avana, passeggeri e naviganti si divertivano nei dintorni.

Fuori delle mura, nelle terre comuni, si erano stabiliti contadini che somministravano prodotti agricoli agli abitanti della città, alla cui espansione partecipavano i settori umili. Grazie a loro sorsero luoghi di diversione come i bailes de cuna (balli di culla), dei quali El Regañón de La Habana dice “che ce n’erano più di cinquanta”.

In questi balli s’interpretavano danze di origine spagnola, ma s’introdussero anche il minuet, la contradanza, il vals (valzer) e la polka, trasculturati con elementi creoli e che ricevettero il nome di minuet afandangado (o dengue) e contradanza criolla. In molte di queste contradanzas si riconosce il ritmo dell’habanera nell’accompagnamento, così come la presenza -nella melodia della sua seconda parte- di qualche tema di habaneras o guarachas di moda.

Ed è possibile che la nascita dell’habanera a Cuba ebbe qualche relazione con quella delle guarachas e delle contradanzas.

Habaneras e guarachas.
Ci sono molte partiture in cui tanto la struttura formale della melodia e del verso quanto i ritmi accompagnanti e l’accompagnamento armonico, sono simili sia nell’habanera popolare sia nella guaracha. Quest’ultima era usata nelle rappresentazioni teatrali al principio del XIX secolo, esercitando una funzione simile a quella che avevano le jácaras delle tonadillas (canzonette) e delle farse spagnole che occuparono i programmi teatrali di parte del secolo XVIII e le due prime decadi del XIX. Queste similitudini si distanziavano solo nei testi, giacché le habaneras erano liriche, amorose, “con una languidezza che invita alla mollezza”, direbbe un cronista, mentre la guaracha conteneva l’umorismo creolo, l’audacia, la critica sociale, e, a volte, frasi intenzionate che indignavano i costumbristas . Molte guarachas risultavano dalla parodia di una canzone nota, ragione per la quale questa somiglianza strutturale sarebbe più che giustificata.

Così come la guaracha, l’habanera espresse una forma molto peculiare di cantare testi semplici, assumendo l’espressione del castigliano che si parlava a Cuba e le cui intonazioni, gli accenti e la struttura sillabica coincidevano con la struttura melodica. Il ritmo accompagnante era messo in risalto poiché eseguito dalla chitarra -sola o in duo- dando come risultato una canzone radicalmente cubana. La sua forza di espansione la portò in quasi tutti i paesi latinoamericani e in Spagna, dove fu identificata come canzone habanera, quella che gli emigranti al loro ritorno qualificavano come tango americano.

La relazione musica-testo e la forza percussiva della divisione sillabica, così come il fattore di durata dei suoni, definiscono la natura e il carattere dell’habanera e della guaracha, le quali usano generalmente l’ottosillabo e la cui struttura musicale è definita dai fattori anteriormente annotati.

Questa relazione la incontreremo in tutta la musica cubana in cui il testo eserciti la stessa funzione. Così, essendo generalmente ottosillabi i testi delle guarachas e delle habaneras, molti autori usarono melodie (o linee di canto) tra le più conosciute nelle loro contradanzas, danzas e danzones, visto che questi brani ballabili hanno rigorosamente otto battute (o multipli di otto) nelle parti. È facile trovare esempi di entrambe gli stili di canzone che coincidono esattamente nella struttura metro-ritmica-malodica.

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