mercoledì 4 aprile 2007

Tango Terapia - Psicotango e libertà

Psicotango e Libertà

L'importanza del lavoro vivenziale e gruppale nel laboratorio di tango terapia arricchisce qualunque forma di trattamento individuale che la persona sta seguendo, dando spazio al gioco simbolico e a fenomeni transizionali e transazionali.....

.....La musica del tango per le sue caratteristiche particolari, l'apprendere una tecnica di ballo, l'interazione nell'abbraccio con l’altro e con le altre coppie, ballando nel laboratorio, permettono tutto un gioco relazionale organizzato ma che rimanda anche alla creatività nella più assoluta libertà.....

.....La società colpevolizzante (generatrice di sensi di colpa) ci ha insegnato a vivere il piacere psicocorporeo come una trasgressione e ci fa sentire come protetti da schemi culturali e corporei repressivi. La comunicazione gestuale sembra essere più libera. "Il piacere non ha tanta memoria quanta ne ha il dolore.".....

.....Il corpo parla e ci racconta il suo movimento, nel ballo del tango; ci parla delle paure, delle barriere difensive, delle ambizioni ed, ancora, dei sogni delle persone. Si tratta di dire, di trasmettere, di fare della parola movimento e del movimento parola. La rabbia ed il dolore che, tante volte, vanno mano nella mano. La sfiducia, la sicurezza. Tutta la ricchezza del linguaggio del corpo ci parla, senza mentire, di quei problemi che, molte volte, ci si rifiuta di far uscire e riconoscere come propri. Si cerca, allora, di trovare il senso del movimento in ogni passo, in ogni abbraccio, in ogni maniera di "portare/condurre" o "essere portato/condotto”. E l'osservazione, quale partecipante, ci permette di apprezzare, già nella totalità integrata di un turno di tanghi (tanda), la personalità che si sta mettendo in azione. Questa azione si inquadra dentro parametri che si mantengono quale costante e di cui si tiene molto conto nel piano di lavoro delle sessioni di tango terapia.....

.....Ad esempio, ci sono milongas a Buenos Aires, nelle quali, per ragioni di spazio, si creano serie limitazioni all'espressione nel ballo e tutto quanto vien ridotto ad una sequenza di passi ripetuti allo stesso modo da somigliare più ad un rituale ossessivo; a questo, potremmo aggiungere quell'uniformarsi ad eseguire le stesse cose (passi) senza sfumature che li differenzino, che evidentemente ripete ciò che la nostra società fa con noi: diventiamo “cloni” di ballerini di tango. Ma, senza alcun dubbio, c’è sempre chi riesce ad imporre la propria creatività ed espressione nell'abbraccio, nonostante tali limitazioni, negli incomparabili passi milongueros. Un po’ come nella psicoanalisi quando c’è una teoria dominante e le altre vengono squalificate insieme a quelli che aderiscono ad esse.....

.....In questa epoca tecnologica, volta al “pensare” e non al “sentire”, e pregna di tanta, e tanto falsa, comunicazione, nella vertigine di tonnellate di informazioni imbottigliate, che si scambiano, secondo per secondo, senza il benché minimo contatto fisico-emozionale, queste nuove o vecchie forme di comunicazione permettono di trascendere le frontiere del nostro Io: e questo ci fa tornare profondamente umani.....

(da Tango Terapia, Federico Trossero)

2 commenti:

niky ha detto...

Questo è tipicamente tanguero, hihihihi o meglio, di certi tangueros: scherzo ragazzi non mi "pistate di botte" è solo una benevola provocazione.


Il disturbo narcisistico di personalità è un disturbo della personalità il cui sintomo principale è un deficit nella capacità di provare empatia verso altri individui. Questa patologia è caratterizzata da una particolare percezione di sé del soggetto definita “Sé grandioso”. Comporta un sentimento esagerato della propria importanza e idealizzazione del proprio sé - ovvero una forma di amore di sé che, dal punto di vista clinico, in realtà è fasulla - e difficoltà di coinvolgimento affettivo. La persona manifesta una forma di egoismo profondo di cui non è di solito consapevole, e le cui conseguenze sono tali da produrre nel soggetto sofferenza, disagio sociale o significative difficoltà relazionali e affettive.

La nozione di disturbo narcisistico di personalità è stata formulata da Heinz Kohut nel 1971 e introdotta dietro sua proposta nel manuale Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM). Il quadro clinico che descrive è una particolare forma di disturbo del narcisismo. Ciò che distingue questi pazienti, ovvero la struttura psicologica ipotizzata da Kohut per la quale coniò il termine “Sé grandioso”, è una sorta di “falso io” o “falso sé” che conserva alcune delle caratteristiche primitive dell’io infantile, una immagine interiore eccessivamente idealizzata e "onnipotente" che l’individuo percepisce come il vero “io”.

In ambito teorico, le diverse scuole di psicologia hanno dato interpretazioni e spiegazioni varie di questa famiglia di disturbi. Il concetto di narcisismo è un termine teorico che nella psicanalisi indica un meccanismo o funzione primitiva del sè, precisamente è la funzione che distingue il "sè" dalla realtà esterna nelle prime fasi del suo sviluppo. Si ritiene generalmente che il narcisismo, cioè il suo malfunzionamento, abbia un ruolo centrale nell'origine di molte patologie psichiatriche. Il disturbo di personalità narcisistico è una manifestazione di narcisismo patologico particolare, oggi generalmente considerata come un quadro riconoscibile a sé stante, e codificata dall'esame oggettivo dei sintomi.

niky ha detto...

il narcisis-tanguero potrei essere io !!!:-)