giovedì 12 aprile 2007

"Candombe Negro"

Tango Negro

Juan Carlos Cáceres

Tango negro, tango negro
Te fuiste sin avisar
Los gringos fueron cambiando
Tu manera de bailar.

Tango negro, tango negro
El amo se fue por mar
Se acabaron los candombes
En el barrio e Monserrat.

Más tarde fueron saliendo
En comparsas de carnaval
Pero el rito se fue perdiendo
Al morirse Baltasar.
Mandingas, congos y minas
Repiten en el compás
Los toques de sus abuelos
Borocoto, borocoto, chas, chas.

Borocoto, borocoto, borocoto
Borocoto, borocoto, borocoto chas chas.

Tango negro, tango negro
La cosa se puso mal
No hay más gauchos mazorqueros
Y Manuelita que ya no está
Tango Negro, tango negro
Los tambores no suenan más
Los reyes están de luto
Ya nadie los va a aclamar.

1 commento:

niky ha detto...

Il tango come storia,come specchio di civiltà: oltre che fenomeno musicale,che formidabile esempio di passione e sensualità,il tango è qualcosa, molto di più. E’ un viaggio di arte e cultura, un modo per attraversare le vicende di un grande paese qual è l’Argentina, che in quel linguaggio si è riconosciuto e ha voluto rappresentarsi a livello
internazionale: tutto ciò contribuisce a illustrarci con i suoi dischi, con le sue canzoni un intellettuale del tango, Juan Carlos Caceres.
Nato nel 1936 a Buenos Aires, residente a Parigi dal fatidico 1968, il pianista,cantante e compositore argentino è anche un qualificato pittore:le due arti nel suo cammino espressivo hanno dimostrato spesso e volentieri di potersi intrecciare,con reciproco, spettacolare
giovamento.
“Tango Negro ” non a caso è il titolo di un album e di una mostra
che alla fine degli Anni Novanta hanno esaltato lo spessore
di un artista originale, provocatorio, capace di analisi raffinate e di convincenti produzioni nel relazionarsi con i gusti del pubblico.
“Tango Negro ”,in questa luce, costituisce la rivelazione e il risultato delle ricerche che Caceres ha condotto lungo una ventina di anni: lo studio conduce,infatti,a valutare i rapporti tra il tango e la musica nera,molto più stretti di quanto si potesse pensare.
Dai pochi documenti reperibili,da antiche incisioni,dalla verifica
di rituali e precisi sintomi ritmici,dalle tracce della memoria
collettiva,Caceres desume le forme di contaminazione,prima della decisiva influenza che l ’Europa imprimerà sulle forme del tango moderno,a partire dagli Anni Venti.
Ecco perché la lettura del tango da parte di Caceres è un’ affascinante avventura attraverso il tempo e lo spazio,in grado di abbracciare le diverse etnie del continente americano,ma anche i flussi migratori e la piaga della schiavitù.Una visione folgorante, proprio come la sintesi politico-musicale di un artista che per la sua collocazione appare ideale portavoce di un idioma frastagliato, nel solco del mètissage totale.
“Io sono innanzitutto latino-americano -dice di sè - poi
sudamericano,argentino,portoghese.Ed universale,per estensione.”