venerdì 31 agosto 2007

Vecchi amici

I tuoi amici, prima del tango... ovvero gli amici che non hanno contratto, felix culpa, la dipendenza da tango. Io li capisco. A volte vorrei anche scusarmi con loro. Che li si vede di meno, che tante e tante volte ti chiamano e t'invitano ma tu hai milonga quella sera. E sai già che ti chiederanno di rinunciare per una volta. E tu già sai che dovrai dire di no, lo sai ancor prima che te l'abbiano chiesto... E' brutto dire di no, in ogni caso. Ma un conto è dire no quando opponi un motivo comprensibile a chi il no lo riceve ("Scusami, ma non posso, ho un matrimonio"... "Scusami, ma non posso, mio fratello arriva a Malpensa e devo andare a prenderlo"...), un conto è dire no e sapere che chi ti ascolta si sente come preso in giro, come rifiutato per motivi del tutto irrazionali. Del resto il tango rimane incomprensibile ai più...
Ci sono momenti in cui ti scatta una specie di rabbia. Al decima richiesta di non andare via, di rimanere lì perché "ma scusa, ma siamo più importanti noi o un ballo?", ti verrebbe da scuoterli e urlare che non è solo un ballo, che loro non possono capire...

8 commenti:

Cosetta ha detto...

Non ti preoccupare Alessio, dura due o tre anni poi ti passa, tranquillizza i tuoi amici!

Anonimo ha detto...

in due o tre anni si possono perdere tante persone... :-(

Pietro ha detto...

Io invece, Alessio, ti auguro che questa tua passione (chiamamola pure "dipendenza") continui all'infinito.
Mmm... la vita scorre, le amicizie possono cambiare e/o le si possono perdere comunque e per motivi del tutto indipendenti da noi e dalla passione per il tango (che è un che di "attivo", "creativo" ed umanamente arricchente - non parliamo di soldi, ovvio!).
Pietro

farolit ha detto...

nella prima fase ti viene da dire "tu non puoi capire", nella seconda non più, l'hai metabolizzato, la dipendenza si assesta su "dosaggi" più cadenzati, si riprende a vedere gli amici e a "farsi" di milonga una volta alla settimana... insomma la passione si normalizza, esce dall'ossessione, diventa amore...
.-)

Alessio ha detto...

Milonga una sera a settimana? Non ci penso neanche... rimango saldo nella mia ossessione!

Pietro ha detto...

Bravo Alessio!!! :-)

Caro Farolit,
non sono avvezzo a polemizzare ma quel "farsi di milonga una volta alla settimana" mi fa un po' sorridere.
Quanto alle passioni "normalizzate", forse, più che in amore, si trasformano in routine (grigiore). Altra cosa è cercare un equilibrio (cosa tutt'altro che facile) tra passione e ragione.
Pietro

Anonimo ha detto...

Caro Pietro,
io spesso uso un linguaggio colorito "farsi di milonga una volta alla settimana" rientrava nella metafora della tangodipendenza. Sono d'accoro sulle passioni "normalizzate" (è un ossimoro!), non si può normalizzare la passione, per sua natura la passione brucia e solitamente si estingue. E la ragione può farci poco. Poi ognuno la passione (compresa quella del tango) la vede come può, come sa.
Ad esempio la mia passione per il tango ha conosciuto vari sentimenti, compreso il grigiore, la noia, la umanissima noia. Ora lo amo con i suoi difetti. Amandolo così com'è non ho bisogno di trovare un equilibrio.
Ma questo vale per me. Solo per me.
Per te o per Alessio o per chiunque altro varrà un altro modo di essere tangodipendente, di amare il tango, per fortuna!
:-)

Pietro ha detto...

Cara Farolit, scusami per aver scritto "caro Farolit" nel mio commento precedente: ho scoperto che sei una "lei", ieri, leggendo qualcosa nel tuo blog e, tra l'altro, ho notato che scrivi/comunichi molto bene. Complimenti! Anche questo tuo ultimo commento contiene spunti di riflessione profondi e condivisibili, ossia, che non valgono solo per te. ;-)
Nemmeno io credo esistano passioni umane prive di alti e bassi, di momenti, sensazioni ed emozioni altalenanti. Il fuoco di certe passioni, poi, può dar l'impressione di estinguersi... ma spesso continua a covare sotto la cenere. ;-)
Besos,
Pietro