lunedì 24 marzo 2008

Perché il tango...

Non credo sia semplice rispondere alla domanda "perché il tango"... Mi sono avvicinato al tango per rimanere vicino ad una donna, la splendida donna che oggi è mia compagna e il grande amore della mia vita. Ma poi il tango mi ha preso, mi ha conquistato tanto che oggi tutto il mio tempo libero è immolato sull'altare del Moloch-tango in un olocausto che rasenta forme patologiche e lascia amici e congiunti del tutto allibiti e sinceramente preoccupati per la mia salute mentale. E questo folle rapimento pare del tutto irrazionale non solo a chi lo vede dal di fuori, ma è difficilmente spiegabile anche a me stesso che lo vivo, o meglio me ne faccio vivere...
E allora: perché il tango? Permettetemi l'azzardo di una risposta rischiosa ma filosoficamente fondata... Credo che in chi si lascia avvolgere e fascinare dal tango sia forte quella nostalgia di una comunicazione vera e perfetta tra uomo e donna, comunicazione che Aristofane nel mito descriveva raccontando di primitivi androgini separati loro malgrado e poi eternamente ricercantesi. Decenni di sacrosanto femminismo e rimescolamento di ruoli hanno cambiato le carte in tavole: oggi l'essere uomo o donna ce lo si gioca a carte scoperte, con soluzioni mai predefinite e spesso dolorose (com'era bella e rassicurante la società in cui si sapeva cosa si era e cosa si andava a fare!!!). Ma in questo scorcio di inizio secolo credo sia forte la nostalgia per il ritorno ad una identità, speriamo sana ma diversificante, uomo/donna. Un desiderio naturale di differenza, in cui l'uomo è maschio e la donna femmina, senza complessi. La meraviglia di un abbraccio in cui un cavaliere guida senza timore di essere sciovinista e la donna segue senza paura di esserne sminuita; la meraviglia di una musica antica ma mai vecchia che guida i passi di una coppia e genera un linguaggio comune fatto di cura e rispetto...
O almeno, a me piace pensarlo così, il tango!

6 commenti:

sirena ha detto...

Com'è bello, e com'è "vero" il tuo post, Alessio!
Dori

costantino ha detto...

Caro Ale è proprio vero stai giocando a carte scoperte! Tu saprai che l'androgino(andro=uomo,gino=donna)era rappresentato da un essere con 4 gambe(io direi zampe)e 4 braccia e due teste.La sua completezza lo rese così arrogante che Zeus si vide costretto a dividerlo in due,per paura di avere un rivale(lui,Zeus,sempre in cerca di accoppiarsi in ognidove con ninfe ed affini evidenziando in tal modo la sua incompletezza).E così nacque l'uomo e la donna! Come è diversa però questa storia da quella della costola!Chi avrà ragione? Ma..
Tra parentesi il mito dell'Androgino è di Platone che nel Simposio lo fa descrive da Aristofane,noto commediografo di allora (in sostanza gli piaceva prendere per il sedere la gente del tempo).
Ma mi chiedo, se tu sei così attratto dai tempi passati e così tanta è la tua nostalgia che anela ad un ritorno a ritroso verso l'archeologia.non è che vuoi incominciare a ballare il tango a quattro zampe?

Alessio ha detto...

Ma veramente non credo che il mio post abbia molto di "archeologico": io non ho nostalgia del tempo che fu sic et simpliciter. Anzi, ti assicuro che in una società molto più "ingessata" e per niente fluida ci avrei vissuto davvero male!
Ma credo che tutta la libertà di cui oggi noi godiamo (a volte perfino eccessiva!) sia difficile da gestire e spesso ne risulta confusione e incomunicabilità... Ecco perché il tango è meraviglioso!! Perché in quei 3 minuti tu ti senti in meravigliosa sintonia!!!
E poi, scusami, ma quando vedi una coppia che balla milonguero... Ma non ti vengono in mente gli androgini di platoniana memoria? Solo che, se non ricordo male, quelli del mito antico erano attaccati per la schiena.
Comunque no, di ballare a quattro zampe non m'è venuta voglia.

sirena ha detto...

Da donna credo che sia consolatorio e, perchè no?, liberatorio "lasciarsi condurre", e non decidere.Almeno per quei tre minuti!
Besos Dori

Anonimo ha detto...

Io non credo fossero tempi rassicuranti quelli dei ruoli 'congelati'... Anche io mi fermo a volte e mi dico che sarebbe tutto più semplice se potessi camminare su rotaie sicure. Dove il 'cosa fare' sta scritto da qualche parte fuori di me... Ma mi bastano pochi secondi per darmi conto che è una scelta facile e pigra. Del tutto antivitale.

Benedico invece l'evoluzione che ha portato a una nuova identità uomo/donna... Una identità più sana e diversificante, come dici tu.

E ancora di più benedico l'evoluzione che verrà (che proprio bella bella come umanità non siamo, nè come uomini nè come donne) e di cui il tango chissà potrebbe essere sintesi: quel meraviglioso essere a 4 gambe che non ha nemmeno più bisogno di chiedersi se è uomo o donna. E'.

Anonimo ha detto...

Con questo non voglio dire che rifiuto di 'essere condotta' nel tango! Voglio dire che per me il tango va e dovrebbe andare al di là del solito gioco di ruoli uomo/donna, attivo/passivo... Il tango è tango, almeno per me, quando entrambi uomo e donna evaporano in qualcos'altro...